di Andrea Pellegrino
L’incarico di sindaco gli è sempre andato stretto. Pasquale Aliberti ha sempre sognato Roma e avrebbe voluto avere un ruolo di punta in Forza Italia. Ma la città di Scafati è stata la sua forza ed anche il suo limite. E come ogni politico che accentra verso sé tutto il potere, arriva sempre il giorno del giudizio. E la pronuncia di ieri del Riesame fa tremare i polsi. Un sindaco in carica, marito di un consigliere regionale (fino a qualche tempo fa alla guida della commissione antimafia) su cui pende una richiesta di arresto per voto di scambio politico mafioso. In poche parole le elezioni di Aliberti e della moglie Monica Paolino sarebbero state condizionate dal clan della zona. L’accusa più infamante che – se confermata – smonta un sistema politico affaristico nella città di Scafati. Ora si dovrà pronunciare la Cassazione nel mentre sembrerebbe già segnato il destino del Consiglio comunale che potrebbe essere sciolto dal ministro dell’Interno. Ma se sotto il profilo dell’inchiesta sarà l’autorità giudiziaria a far chiarezza, sotto il profilo politico il castello di Pasquale Aliberti pare che sia completamente franato.
Forse la più saggia decisione potrebbe quella di abbandonare la fascia tricolore e cercare di rasserenare il clima nella sua città. Prima ancora di attendere l’eventuale decisione del Consiglio dei Ministri o peggio ancora della Cassazione. Un atto che forse Pasquale Aliberti deve a quell’elettorato che, senza colpo ferire, ha eletto per due volte anche la moglie in Consiglio regionale i cui meriti sono sostanzialmente due: essere la compagna del potente sindaco di Scafati ed essere casella utile per riempire le quote rosa. La sua scalata politica dovrà fermarsi qui e potrà riprendere solo dopo che la magistratura avrà chiarito la sua posizione, mettendo da parte quell’esibizionismo che l’aveva fatto sbarcare perfino in televisione con una sua trasmissione, stile Vincenzo De Luca. Ed è stato anche autore di un’autobiografia «Passione e tradimenti» in cui racconta alti e bassi della sua vita politica ed amministrativa.
Da tempo ormai la coppia aveva sostanzialmente perso anche la copertura politica. Forza Italia, nonostante l’apparente garantismo, non scommetteva ormai più mesi su una rinascita di Aliberti &Paolino, abbandonandoli quasi al loro destino a Scafati. Forse a ragione, secondo le accuse formulate dalla Procura della Repubblica, forse no secondo i caratteri distintivi del partito azzurro. Ma questo sarà sempre la storia a sancirlo.