Erika Noschese
«Lei è una giornalista e qui non può entrare». E’ questa, in sintesi, la risposta della dottoressa Liliana Palma quando siamo entrati all’interno della struttura dell’Asl di Pastena, in via Sichelmanno per chiedere delucidazioni in merito alla travagliata vicenda circa le esenzioni. Come ogni anno, nel periodo della scadenza, l’Asl di Pastena si trasforma in un inferno: guardie giurate incapaci di tenere a bada gli utenti, carabinieri costretti a correre presso la struttura per placare gli animi e la “tranquillità” (per non dire calma assoluta) dei dipendenti nello sbrigare le pratiche. Ma entriamo nel dettaglio: alle 5 del mattino, dinanzi la struttura una lunga coda di persone in attesa del loro numero. Nulla di strano se non fosse che, con la complicità delle guardie giurate, qualcuno si prende poi la briga di consegnare dei fogli con i nominati di alcune persone in fila (magari di quelle più furbe, già a conoscenza del meccanismo) a discapito di chi, invece, tenta di rispettare la fila e attendere pazientemente il proprio turno. Ed è quello che succede ogni anno. Nessuna novità, dunque, se non fosse che le persone corrette sono stufe di restare ore ed ore in fila per poi dover far ritorno a casa e ritentare il giorno dopo. «Sono tre giorni che provo a fare l’esenzione ma puntualmente sono costretta a far ritorno a casa perché alle 8.15 i 50 numeri disponibili erano già terminati. Ho atteso invano, nella speranza di poter ottenere uno di quei 5, massimo 7, numeri che alle volte consegnano prima della chiusura», ha dichiarato una signora che all’oscuro del meccanismo di preprenotazione.«Dopo aver sbrigato le pratiche dei 50 numeri, se avanza tempo prima della chiusura ne vengono consegnati altri», ha spiegato una delle guardie giurate presenti all’interno della struttura. E circa il meccanismo messo in atto all’esterno dice: «Si organizzano da soli, non voglio alcuna responsabilità. Lo fanno per fare prima. Ieri sono arrivati i carabinieri, contattati da diversi utenti. Oggi ancora no, fortunatamente».E così, Cronache ha tentato di parlare con un responsabile per avere spiegazioni, non tanto sull’ormai consolidato meccanismo esterno (per quanto nessuno, nonostante i ripetuti interventi delle forze dell’ordine, si sia preso la briga di cambiare il “sistema”) ma soprattutto per avere chiarimenti in merito ai Caf che fino allo scorso anno potevano occuparsi delle pratiche di esenzione su delega dei cittadini mentre quest’anno no. Indirizzati al primo piano, la dottoressa Palma non ci ha permesso di entrare nella stanza e proferire parola. Dopo aver saputo che di fronte a sé aveva una giornalista, ha iniziato ad inveire contro, cacciandoci fuori perché, appunto, «qui i giornalisti non possono entrare. Vada fuori. Io non sono tenuta a rilasciare alcuna dichiarazione e lei sta mettendo a rischio il mio posto di lavoro». Così, ci accomodiamo fuori, accanto alla guardia giurata. Ci spostiamo, poco più avanti, per tentare di parlare con qualche altra dottoressa se non altro per riferire l’accaduto ma una delle guardie dice all’altra: «Valle dietro e accertati che non parli con nessuno». E così, trascorriamo la mattinata sotto la “sorveglianza” degli uomini della vigilanza. Nel frattempo, però, alcune persone hanno continuato a consegnare alle guardie i fogli con le prenotazioni, pur avendo riferito a noi che loro erano all’oscuro di tutto questo. Così, un ennesimo battibecco e scaricabarile circa gli “autori” della raccolta di prenotazioni e le parole, poi ritrattate, dalle stesse guardie giurate. Insomma, lo straordinario diventa ordinario presso l’azienda sanitaria locale di via Sichelmanno. L’importante, però, è tenere lontano i giornalisti anche con “metodi poco ortodossi”.
«In fila dalle 8 di questa mattina ma erano già terminati i numeri disponibili»
«Sono in fila dalle 8 di questa mattina. Sono le 12.30 è non è ancora il mio turno, pur avendo problemi di salute molto gravi. Ho avuto un’aneurisma cerebrale». E’ il racconto di un’anziana signora, in fila per ore, ieri mattina, presso l’Asl di Pastena. Una situazione insostenibile che si ripete ogni anno, in concomitanza con la scadenza dell’esenzione ticket.Una situazione paradossale che si ripete ogni anno: anziani in attesa per ore. «Se vuole fare le pratiche per l’esenzione le consiglio di munirsi di sacco a pelo», dice ironicamente una delle guardie giurate che dovrebbe occuparsi di tener a bada la situazione. Tentativo fallito, senza ombra di dubbio e la conferma viene dalle forze dell’ordine, onnipresenti dopo i tanti solleciti dell’utenza. Intanto, a meno di 30 minuti dalla chisura della struttura, una delle dottoresse presenti consegna 5 numeri in più. Il primo riesce a guadagnarlo proprio l’anziana donna affetta da aneurisma ma non per volontà dei dipendenti della struttura quanto per il buon senso di chi, saputo delle condizioni dell’anziana signora, ha iniziato a chiedere di lasciarle uno dei numeri disponibili e permetterle così di sbrigare la pratica in poco tempo.
In fila per ore nonostante una gravidanza a rischio «Ho bisogno dell’esenzione per fare la visita»
Una mattinata all’Asl di Salerno per ottenere l’esenzione ticket e poter effettuare la visita ginecologica per una gravidanza a rischio. Ieri mattina, presso la struttura di via Sichelmanno erano tante le persone in attesa ore. Tra queste, una giovane donna incinta. «Sono qui con mia madre da questa mattina. Mi sono allontanata un dieci minuti perchè mancavano alcune copie ma tanto, al mio arrivo, i numeri erano già terminati. Siamo in attesa dei nuovi numeri, in piedi accanto alla macchinetta perchè ci è stato detto che alle 12 l’avrebbero riattivata», dice la giovane, raccontando di aver già perso un bambino e di essere nuovamente nella condizione di gravidanza a rischio e di essere sotto effetto di medicinali che non le permettono di trascorrere tante ore in piedi. E quando le viene chiesto perchè non torna a casa, risponde: «Ho una visita ginecolgica prenotata ma senza esenzione non posso farla. Non posso permettermi di andare da un privato quando ho il diritto di poter usufruire dei servizi messi a disposizione dall’Asl». A lei, dopo che gli animi di sono abbastanza scaldati tanto da contattare più e più volte le forze dell’ordine, è stato concesso il secondo numero. «Così. la giornalista scriverà bene di noi», ha dichiarato la dottoressa lì presente, pur consapevole di quanto accaduto solo pochi minuti prima quando a Le Cronache è stato interdetto l’accesso con toni poco cortesi.