L'editoriale/ Stelle cadenti - Le Cronache
Editoriale

L’editoriale/ Stelle cadenti

L’editoriale/ Stelle cadenti

di Arturo Calabrese

Solitamente quando si coglie con lo sguardo una stella cadente, si esprime un desiderio. Si “chiede” alla stella di far avverare quel recondito sogno dedicato ad una persona amata, ad un posto di lavoro o alla serenità nella propria esistenza. Le stelle che cadono oggetto del titolo non faranno realizzare alcun sogno, anzi lo distruggono. Il Movimento 5 Stelle è ufficialmente finito. Uno dei punti di riferimento dei pentastellati, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, è in rotta di collisione con l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte e decide di abbandonare la nave. Non lascia la comoda poltrona della Farnesina, ma in modo figurato quella della Camera che cambia soltanto colore in quanto viene costituito un altro gruppo insieme ad altri cinquanta.

Perché questa scelta? Difficile a dirsi. Sicuramente incomprensioni come accade nelle migliori coppie, ma è da tenere in considerazione il fatto che l’anno prossimo si voterà per il rinnovo del parlamento e Luigino, rimanendo coi 5 Stelle, non potrebbe ricandidarsi perché nello statuto vige il vincolo del doppio mandato. Il fine giustifica i mezzi, bene ricordarlo, e dunque anche una scissione diventa legittima. Appurato ciò, il dato di fatto che emerge è un altro. I governanti italiani, coloro i quali dovrebbero lavorare per il bene e per il futuro di questo Paese, litigano e mettono il broncio. Di Maio sceglie il momento peggiore per litigare: il Covid non è ancora alle spalle, i prezzi aumentano, il carburante è ai massimi storici, le aziende faticano a pagare le bollette dell’energia, il salario minimo è un miraggio, la legge sul fine vita è utopia, in Europa c’è una guerra e Di Maio che fa? Non gioca più e porta via il pallone.

Il Movimento 5 Stelle si rivela sempre più un grandissimo fallimento. L’inizio della fine è stata la vittoria alle elezioni del 2018, poi pian piano le stelle sono diventate stalle. Il Movimento ha tradito i propri elettori, mancando la quasi totalità delle promesse, a eccezion fatta del Reddito di Cittadinanza su cui tanto si potrebbe discutere. Luigi Di Maio, dunque, ha messo fine a un sogno e spiana la strada al centrodestra unito, prossima forza politica che governerà l’Italia. Quelli che volevano cambiare il sistema gettano la maschera e fanno capire le loro vere intenzioni, non molto diverse da quelle della politica che dicevano di voler combattere. Adesso, Di Maio può dialogare con chiunque.

Ma questa è un’altra storia…