Buona la “prima” di Mutaverso ospite nella nuova location, “A casa di Andrea”. Pungente l’intermezzo che stronca l’abitudine, diffusa nel mondo dello spettacolo e non solo, di attribuirsi una finta aura intellettuale e impegnata
Di ARISTIDE FIORE
La (non ancora?) tramontata epopea dell’Italia infondatamente ottimista e teledipendente si riverbera nelle scoppiettanti gag di “Luisa, uno sguardo oltralpe”. Soap Opera Moderna e Contemporanea, scritta da Marco Ceccotti, Simona Oppedisano, Francesco Picciotti del collettivo comico Nano Egidio, interpretata da Marco Ceccotti e Francesco Picciotti, che lo scorso 13 febbraio a Salerno ha raccolto il convinto riconoscimento del pubblico della rassegna teatrale Mutaverso, stavolta ospitata presso la sede dell’Associazione “A casa di Andrea Onlus”. La prima Teatro-Novela italiana con attori e pupazzi è concepita secondo una formula transmediale, che alla versione per il web affianca quella teatrale “da camera”, rappresentabile in qualunque contesto grazie all’armamentario essenziale (in primo luogo i pupazzi) e alle doti istrioniche degli interpreti, che si cimentano come attori-burattinai, affidandosi alla tecnologia per arricchire lo spettacolo di una colonna sonora o di inserti video, ma altrettanto capaci di accennare canzoni di Lucio Battisti accompagnandosi con una chitarrina suonata da Picciotti (cambiandone le parole col pretesto di renderle politicamente corrette, con inevitabile esito comico). Ben si adatta, quindi, anche alla confortevole sede dell’Associazione Onlus “A casa di Andrea – Los Varanos Hermanos” (www.acasadiandreaonlus.it) in Via Posidonia, dove anche chi vi si rechi per la prima volta avverte la sensazione di essere a casa di amici. Nato per scopi solidali perseguiti in Italia e all’estero, il sodalizio ha optato per una formula che collega alla tipica operatività di un’organizzazione benefica la capacità di aggregazione di un circolo ricreativo e culturale. L’attenta cura di quest’ultimo ambito la vede impegnata nel proporre concerti, eventi, workshop, ai quali si può prendere parte devolvendo il tutto in beneficenza, approdando infine al teatro e affiancando quindi alcuni storici palcoscenici cittadini nell’ospitare le proposte della quinta stagione di Mutaverso Teatro, la rassegna organizzata da Erre Teatro, ideata e diretta da Vincenzo Albano. Come altri lavori di questo gruppo ormai affermatosi attraverso una carriera decennale sempre aperta alla sperimentazione, anche questo spettacolo si basa sull’interazione tra performance attoriale, pupazzi, e oggetti che compaiono puntualmente a sproposito, ed è improntato sulla serialità, che, mentre in altre proposte del collettivo romano si concretizzava nell’ideazione di spettacoli a puntate, nel caso in questione raccoglie in un’unica serata gli episodi dell’originaria miniserie prodotta per il web. Il risultato è un’irriverente satira sociale veicolata da trovate surreali ricche di rimandi all’immaginario collettivo e alla cultura alta e bassa, il cui accostamento inatteso non manca mai di sortire l’effetto previsto. Attraverso la vicenda della nobildonna decaduta Luisa Winghfield, segretamente innamorata di Woody Baltimora, un povero contadino appartenente a una famiglia 《dedita a coltivare soprattutto illusioni》, e ostacolata in tutti i modi dal padre, Emidio Winghfied, che per motivi di interesse l’ha promessa al perfido e potente cugino, il TAR del Lazio, si viene rapiti in una spirale di freddure, nonsense e giochi di parole che mette alla berlina difetti e ipocrisie della società contemporanea, rappresentati in termini caricaturali e ricorrendo a personaggi di pezza. Non si è forse come dei pupazzi, quando ci si lascia guidare da aspirazioni improbabili, indotte da modelli calati dall’alto o da preconcetti di ogni sorta? Ecco perciò, che anche la politica si riduce, almeno in certi ambienti, a una specie di gioco di società (anche Marx è un pupazzo gonfiabile), l’impossibilità di suggellare il proprio amore secondo una formula canonica induce a ricorrere a un’assurda “unione incivile” e l’impegno civico si esprime nel sostegno a cause improbabili, come la prevenzione della morte delle persone che somigliano a Padre Pio. Anche una certa abitudine, diffusa nel mondo dello spettacolo e non solo, di attribuirsi una finta aura intellettuale e impegnata è presa di mira nel gustoso intermezzo che vede Ceccotti impegnato in una strampalata dedica a Pier Paolo Pasolini.