Le avventure del principe Achmed - Le Cronache
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Le avventure del principe Achmed

Le avventure del principe Achmed

di Luca Gaeta

Questa sera, alle ore 21.00 al Teatro dei Barbuti, Dissonanzen, nell’ambito del progetto ‘Campania è’, promosso dall’Agis e dalla Regione Campania, presenta “Le avventure del principe Achmed”, un lungometraggio d’animazione di Lotte Reiniger che si ispira a una storia tratta da “Le mille e una notte”, una sonorizzazione dal sapore jazzistico ormai diventata un classico del repertorio dell’Associazione. Un omaggio, quello di Dissonanzen, all’avanguardia cinematografica tedesca degli anni Venti del secolo scorso, con la sonorizzazione live di uno dei primi esempi di cinema d’animazione. L’Ensemble Dissonanzen, composto da Carlo Lomanto, voce ed effetti, Tommaso Rossi, flauti Marco Sannini, tromba, loop ritmici e Ciro Longobardi, pianoforte digitale ed effetti elettronici suonerà musiche originali composte espressamente per l’organico del gruppo da Marco Sannini, partiture che lasciano ampi spazi creativi al gruppo. Musiche originali, per uno dei primi film d’animazione della storia del cinema dal sapore orientale che ne esalta tutta la dimensione onirico-descrittiva. Un’animazione insolita caratterizza il film, una tecnica che mette in scena figure e non disegni, recuperando la tradizione del teatro d’ombre cinesi. Pur rientrando nel clima di ricerca e sperimentazione che contraddistinse l’avanguardia degli anni Venti, Lotte Reiniger si richiama da un lato, nei contenuti e nelle forme, all’espressionismo letterario e cinematografico, dall’altro alla spettacolarità propria dei film fantastici e avventurosi. L’uso nel cinema di animazione delle “silhouettes animate” o delle “ombre cinesi”, di cui fu la massima specialista, diede alla Reiniger la fama di artista delicata e sensibile conquistando il pubblico adulto e la critica del tempo, affascinati entrambi dalla sua abilità, dalla sua poetica e fine ironia. Attenta all’eleganza formale e ai risvolti culturali dei prodotti di consumo, il suo non fu soltanto un geniale espediente tecnico-formale per riproporre in termini più “colti” e raffinati temi e soggetti propri della favolistica classica, ma fu soprattutto un modo nuovo di utilizzare il cinema di animazione al di fuori dello sperimentalismo astratto dei film di pittori e della commercializzazione dei disegni animati di serie americani.