L’Asl di Salerno chiude i Consultori. Ennesima pecca riscontrata nell’Atto aziendale stilato dal direttore generale dell’Azienda sanitaria locale, Antonio Squillante. Le loro funzioni saranno accorpate, così come quelle delle unità operative materno-infantile, all’interno della struttura del poliambulatorio e della medicina specialistia ambulatoriale. A sollevare il caso è l’associazione Frida per le donne, presieduta da Alfonsina De Filippis, con una nota indirizzata a tutte le istituzioni, nazionali e locali. Un accorpamento che riduce «i Consultori a semplici ambulatori prestazionali – cioè erogazione di visite – e non più a garanzia di presa in carico della donna e dei bambini con la logica di equipe multiprofessionali integrate composte da Pediatra, Ginecologo, Psicologo, Assistente Sociale, Ostetrica, Infermiera Pediatrica, Puericultrice». Insomma, con questo tipo di soluzione che, di fatto, la trasformazione di attività di presa in carico e quindi di erogazione di servizi sociosanitari complessi in attività di erogazione di servizi sanitari nei quali viene garantita la semplice erogazione di prestazioni semplici. Ma – si legge nel documento dell’associazione Frida – «Le attività di materno – infantile – Consultori familiari – garantiscono il soddisfacimento dei bisogni di salute complessi, socio-sanitari, e non possono essere relegati in semplice attività prestazionale. La funzione materno – infantile, proposta come incardinata nell’assistenza sanitaria di base, dimostra una notevole ignoranza delle normative, oltre che la assoluta discontinuità con il piano attuativo, tale da catapultare la nostra Asl indietro di trenta anni nel settore della tutela dell’infanzia e della medicina di genere, e ciò in un momento storico nel quale la situazione sociale passa dal 25% delle famiglie a rischio sociale ad oltre il 30%». In buona sostanza, l’associazione di Alfonsina De Filippis, chiede che il manager Squillante restituisca i Consultori familiari a tutte le donne della provincia di Salerno, correggendo il piano con l’inserimento della Unità Operativa Materno–Infantile, quale realtà autonoma con livelli di responsabilità tecnico – professionali specifici, e relativa Area di coordinamento Centrale.
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