Taglio del nastro, questa sera, alle ore 21, nella Cappella Palatina, per la VIII edizione di Un’Estate da Re, che celebra così con uno spettacolo firmato da Stefano Valanzuolo, con protagonista l’Orchestra Filarmonica Salernitana con solisti e Mariano Rigillo, onorando l’anno celebrativo dell’architetto e del regista
Di Olga Chieffi
Serata inaugurale questa sera, alle ore 21, nella Cappella Palatina, della VIII edizione di Un’Estate da Re, firmata dal segretario artistico del nostro massimo, Antonio Marzullo. Quattro serate “contaminate” tra teatro musica, danza, pop e lirica che ci accompagneranno sino al 3 agosto, nella sfarzosa cornice della Reggia di Caserta. Questa sera verrà celebrato il doppio anniversario il CCL anniversario della scomparsa di Luigi Vanvitelli e il centenario della nascita di Franco Zeffirelli, con uno spettacolo, firmato da Stefano Valanzuolo, a loro dedicato trasmesso in diretta streaming sull’Ecosistema digitale per la cultura della Regione Campania. “Vanvitelli all’opera”, è un’intervista molto musicale all’architetto interpretato da Mariano Rigillo, con Enzo Salomone nelle vesti di Franco Zeffirelli intervistatore. Il testo di Stefano Valanzuolo si avvale delle revisioni e scelte musicali di Eugenio Ottieri, che hanno selezionato negli ascolti proposti le grandi passioni musicali dell’illustre architetto nella Napoli dei suoi anni. Protagoniste anche l’Orchestra Filarmonica “Giuseppe Verdi” di Salerno diretta da Giuseppe Galiano e le voci soliste Angelo Giordano (sopranista), Lorenzo Martelli (tenore) e Marilena Ruta (soprano), con la partecipazione straordinaria del baritono Bruno de Simone. La produzione è di Progetto Sonora. In questo inedito racconto per voci (recitanti, cantanti) e orchestra, si immagina l’incontro surreale tra Luigi Vanvitelli e Franco Zeffirelli, artisti di epoche diverse uniti, in questo caso, dalla passione per il bello e per il teatro musicale. Sollecitato in maniera arguta e stimolato al confronto “impossibile”, Vanvitelli, rievocato negli spazi sontuosi della Reggia di Caserta, scambierà col suo “intervistatore” osservazioni, pettegolezzi, idee sui legami intriganti che collegano musica, scena e architettura, regalando aneddoti e notizie su un periodo storico rigoglioso. Il tutto su uno sfondo sonoro reso pertinente e affascinante dalla riproposta di brani a tema, riconducibili ad autori e titoli legati alla cultura musicale di matrice napoletana. L’obiettivo dello spettacolo è quello di offrire al pubblico, in una dimensione teatrale, il ritratto di un architetto visionario e geniale quale fu Vanvitelli, invitando nello stesso tempo a una riflessione sulla sana e infinita vocazione al melodramma del nostro Paese. Nel denso programma delle Celebrazioni Vanvitelliane varato nel 2023 in occasione dei 250 anni dalla scomparsa della straordinaria figura di architetto rappresentata da Luigi Vanvitelli non poteva mancare l’aspetto musicale, altro versante di profonda competenza di questa vera e propria “archistar” del XVIII sec. Dalle oltre 1700 lettere di Luigi Vanvitelli custodite presso la Biblioteca Palatina di Caserta emergono in modo consistente gli interessi musicali del celebre architetto, attento, intelligente e competente spettatore degli avvenimenti musicali napoletani le cui osservazioni contribuiscono ad illuminare anche artisticamente uno dei periodi più interessanti della storia del Regno di Napoli. Nella vastità e varietà di interessi di Vanvitelli la musica occupa un ruolo importante come evidenzia l’epistolario, testimone di un sincero interesse dell’architetto per quest’arte e per il teatro musicale; non solo come spettatore ma con un “ruolo attivo” che non si limita alla fruizione ma tocca la pratica come dimostra la realizzazione da lui seguita fino al compimento dello straordinario Teatro di Corte della Reggia. La sua competenza è tale da esprimersi anche in termini di promozione. Chiede al fratello da Roma un invio di arie, e ancora sollecita la “cantata di Metastasio fatta per la corte di Spagna, intitolata l’Isola deserta di quattro personaggi”; il figlio Pietro che vive con lui a Napoli studia il violino e lo suona “con una leggiadria bellissima”. È un uomo molto sensibile alle faccende musicali della sua epoca, conosce e frequenta personalmente molti musicisti e dai suoi scritti traiamo commenti sui musicisti, sui cantanti e sulle loro baruffe che ci danno un vivace spaccato dell’ambiente artistico e contribuiscono senz’altro ad una compiuta conoscenza sull’opera a Napoli nel ’700. Al progetto di illustrare la ‘passione’ musicale del Vanvitelli oltre che alle parole è stato senz’altro necessario associare la riproposizione di estratti da opere di quegli illustri musicisti della celebre Scuola Napoletana che del nostro ’700 musicale erano gli indiscussi protagonisti e che rappresentavano non solo gli autori che lui amava, ma anche la cerchia degli amici che frequentava e con cui aveva un dialogo costante. L’orchestra filarmonica si cimenterà quindi con i suoi solisti, nell’esecuzione di partiture di autori, quali Johann Christian Bach, Domenico Cimarosa, Johann Adolf Hasse, Niccolò Jommelli, Wolfgang Amadeus Mozart e Giovanni Paisiello, che hanno “vissuto” Napoli e la sua musica, influenzandola e prendendo insegnamenti dalla nostra scuola, nata in quei quattro conservatori, unita da una comune estetica e da un’ideologia tale da renderli assai simili nel linguaggio e nelle pratiche interpretative se pur con le differenze stilistiche dettate dalla realtà musicale del loro tempo, si muovono con disinvoltura sia nella suddetta scena socio-politica locale, anche se non con pochi problemi, che nella scena musicale Europea, determinandone i gusti e le tendenze, e facendo nascere querelle dettate da ovvi spiriti nazionalistici.