di Erika Noschese
«A partire da domani (oggi per chi legge, ndr) sono previste cinque giornate di sciopero con otto ore e manifestazioni in 58 piazze con oltre cento presidi su base territoriale e regionale». Ad annunciarlo Antonio Apadula, segretario generale della Cgil Salerno anticipando che oggi scioperano le regioni del centro e, per l’intero turno e su tutto il territorio nazionale, anche le categorie del pubblico impiego, della conoscenza e dei trasporti. «Sul discorso dei trasporti, purtroppo, c’è stato di recente un vero e proprio attacco alla democrazia da parte del ministro Salvini, riducendo lo sciopero nel settore dei trasporti a sole quattro ore e questo sarà un motivo in più per far sì che lo sciopero riesca, non solo per il settore trasporti», ha chiarito Apadula. Il giorno 20, invece, a scioperare sarà la Sicilia, il 24 le regioni del nord, il 27 la Sardegna e chiuderà il percorso di scioperi nazionali il 1 dicembre le regioni del Mezzogiorno. «La manifestazione di Napoli vedrà la presenza del segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini – ha detto il sindacalista – Le motivazioni dello sciopero sono riconducibili alla necessità di modificare la legge di Bilancio, abbiamo richieste e proposte di riforma che vanno oltre la legge, come la riforma fiscale, delle pensioni, investimenti su Sanità e pensioni, aumentare i salari, lotta alla precarietà, tassazione dei profitti, scelte di politica industriali. Ritengo che la nostra mobilitazione possa sostenere un progetto di cambiamento per il Paese e a maggior ragione, rispetto a quanto sta accadendo in questi giorni, riteniamo sia essenziale per tutti i lavoratori e i cittadini aderire in massa allo sciopero. Quello che è accaduto rispetto alla proclamazione di precettazione in particolar modo nei trasporti lascia perplessi, non abbasseremo la guardia ma, anzi, ci saranno altre mobilitazioni in futuro». Apadula ribadisce che insieme alla Uil porteranno avanti queste iniziative sia su base territoriale che nazionale. «Il governo aveva dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria ma continuano ad indebolire il servizio sanitario nazionale spingendo i cittadini verso la sanità privata; non stanziano le risorse necessarie a rinnovare i contratti del pubblico impiego; tagliano le risorse a scuola pubblica e alle politiche sociali, alla disabilità e nulla c’è per il trasporto pubblico locale – ha attaccato il sindacalista – Avevano promesso di abolire la legge Fornero e invece la confermano e addirittura peggiorano. Mancano investimenti per il lavoro delle donne, solo propaganda; non ci sono politiche di investimento per creare lavoro e una buona retribuzione, soprattutto per i giovani; tagliano investimenti per le infrastrutture e dimenticano il Mezzogiorno. Non si può stare a guardare, la legge di Bilancio è da bocciare e c’è bisogno di mettere in piedi un’altra politica altrimenti il Paese continua a retrocedere rispetto agli impegni assunti». Sul tema trasporti la Cgil ribadisce la necessità di mantenere pubblica la natura dei porti, di intervenire sul fondo nazionale trasporti e di intervenire sul fattore sicurezza in maniera incisiva.