L'anno "stop and go" di De Luca. Tra Severino, processi e battaglie politiche - Le Cronache
Attualità

L’anno “stop and go” di De Luca. Tra Severino, processi e battaglie politiche

L’anno “stop and go” di De Luca. Tra Severino, processi e battaglie politiche

di Andrea Pellegrino

Un anno “stop and go” per Vincenzo De Luca. Un anno iniziato da sindaco di Salerno e finito da presidente della Regione Campania. E questa sera il governatore, dopo due anni di assenza, salirà (o dovrebbe salire) sul palco di Piazza Amendola per salutare insieme ai salernitani l’arrivo del nuovo anno. Ed archiviare soprattutto quello passato. Pericolosamente vissuto, fino alla fine, in ogni sua situazione. Sia dal punto di vista amministrativo che politico. Con i riflettori di una Italia intera puntati sulla Regione Campania che, con il batticuore, segue ancora la vicenda De Luca – Severino.
Ed i guai giudiziari e politici partono proprio dalla legge Severino e fin dall’inizio del 2015. A gennaio, il 21, la sentenza di primo grado a conclusione del processo sul Termovalorizzatore di Salerno. Per l’allora sindaco e per due dirigenti comunali c’è la condanna ad un anno per abuso d’ufficio. L’esclusione del peculato (ora riproposto dalla Procura di Salerno in Appello) non salva De Luca dalla legge Severino. E’ la prima sospensione dalla carica che riceve Vincenzo De Luca. Al suo posto, per poco più di ventiquattro ore, resta il vicesindaco Enzo Napoli, nominato poche ore prima del verdetto del Tribunale di Salerno. Napoli, poi, resterà sindaco facente funzioni dopo una nuova pronuncia del Tribunale. Quella sul caso dell’incompatibilità (tra la carica di sindaco e quella di sottosegretario di Stato) sollevata dal Movimento 5 Stelle. Il 3 febbraio la sentenza della Corte d’Appello che strappa definitivamente la fascia tricolore, dopo un ventennio, a Vincenzo De Luca. Alla guida del Comune  resta, ed è attualmente in carica, Enzo Napoli, evitando così commissariamento ed elezioni anticipate.
Ma il “calvario” politico più rilevante riguarda la scalata regionale. Le primarie e poi le elezioni che hanno portato alla vittoria di Vincenzo De Luca, capovolgendo l’esito della sfida del quinquennio precedente che portò all’elezione di Stefano Caldoro.
Da condannato (in primo grado), indagato (in vari procedimenti) e decaduto (da sindaco) e con la spada di Damocle della legge Severino, Vincenzo De Luca, benché marchiato anche dal titolo di “impresentabile” da parte della presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi (Pd) riesce, non senza difficoltà, a strappare anche il placet di Matteo Renzi che approda a Salerno solo qualche giorno prima l’apertura delle urne, non senza la contrarietà di gran parte del Nazareno. Il tutto mentre a Salerno vanno avanti le indagini su alcuni filoni aperti dalla Procura di Salerno e prosegue il processo Crescent, opera chiave e simbolo della amministrazione De Luca.
Il day after l’elezione a governatore non lascia presagire nulla di buono. La sospensione arriva direttamente dal presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi; provvedimento poi sospeso dal giudice del Tribunale Civile di Napoli. Decisione che poi finisce dritto alla Procura di Roma che apre un fascicolo contro il giudice relatore Anna Scognamiglio e suo marito Guglielmo Manna, l’ex braccio destro di De Luca Nello Mastursi (dimessosi dopo le perquisizioni) e lo stesso governatore. Le accuse mosse sono gravi e pesanti, soprattutto sotto il profilo politico. E’ il primo ed immediato terremoto dell’era De Luca a Palazzo Santa Lucia, tuttora in corso. A Roma, il Nazareno cambia la segreteria regionale mandando a Napoli, Gennaro Migliore e Pina Picierno come componenti/commissari dell’organismo dirigente regionale democrat. Quello romano è uno dei filoni giudiziari che mantiene alto il livello di preoccupazione in Consiglio regionale e non solo. Sviluppi s’attendono a partire proprio dal 2016. Appesa resta, invece, la questione Severino, e l’8 gennaio in Corte d’Appello si aprirà il processo sul termovalorizzatore. De Luca punta all’assoluzione, la Procura vuole dimostrare il peculato. Se fosse confermato quest’ultimo reato, il 2016 potrebbe essere ancor più travagliato e pericoloso per Vincenzo De Luca rispetto all’anno che si chiuderà stasera.