“Bisogna agire sulla prevenzione per evitare che la gente, nel lavoro, debba morire”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a Eboli. Tra le altre richieste del sindacato, l’introduzione “di una patente a punti, che tradotto in italiano vuol dire che le imprese che non rispettano le norme di sicurezza e di lavoro non debbano semplicemente essere sanzionate, non debbono lavorare”, evidenzia Landini secondo cui “deve lavorare chi e’ in grado di rispettare queste norme in modo che la sicurezza sul lavoro non diventi un costo ma sia considerato un investimento, quasi un bollino di qualita’. Per far questo – chiarisce – stiamo anche chiedendo che dentro alle scuole, soprattutto nelle scuole superiori che formano poi i giovani che andranno a lavorare, la materia della cultura, della salute, della sicurezza sul lavoro diventi una materia che si insegna. Perche’ c’e’ proprio anche una cultura che deve passare e che si deve formare”. Per il leader della Cgil, “questo insieme di provvedimenti deve essere accompagnato da un provvedimento legislativo in modo che in qualsiasi luogo di lavoro, a prescindere dalla dimensione che ha, i lavoratori e le lavoratrici possono nominare un loro rappresentante alla sicurezza nel rispetto delle norme di legge che sono previste”. Da qui, “oggi – rimarca – si stanno facendo centinaia di migliaia di assemblee in tutta Italia e non finisce qui perche’ abbiamo deciso che oggi si avvia questa cosa, anche ricordando che siamo al 20 maggio il giorno che nel 1970 diede vita allo Statuto dei diritti dei Lavoratori, ma l’ultima settimana di maggio vogliamo che queste manifestazioni, questa protesta nostra sostenuta anche da iniziative nei territori diventi una settimana di mobilitazione per la salute e la sicurezza””Bisogna fermare questa strage”. Lo ha detto, parlando dei morti sul lavoro, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine dell’assemblea con i lavoratori alla Kiwi Sud di Eboli. “Tra l’altro – ha aggiunto – siamo di fronte a questa contraddizione che ci sono meno ore di lavoro perche’ non siamo ancora usciti dalla pandemia addirittura e’ aumentato anche il lavoro cosiddetto a distanza. Il dramma e’ che in presenza si continua a morire come si moriva trenta o quaranta anni fa. E questo non e’ piu’ accettabile. E’ il momento di un grande accordo – dice – di un intervento anche legislativo da parte del governo che deve coinvolgere le imprese, ma che deve coinvolgere anche le istituzioni”.
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