Landini a Salerno: Governo debole sui referendum - Le Cronache Ultimora

Domenica e lunedì l’Italia sarà chiamata alle urne per esprimere il proprio voto su cinque quesiti referendari che toccano temi cruciali, dal mondo del lavoro alla regolamentazione per l’ottenimento della cittadinanza. Il dibattito si è infiammato, con la necessità del raggiungimento del quorum, ovvero la maggioranza dei votanti, per la validità dell’esito finale. Le dichiarazioni della Presidente Meloni hanno acceso ulteriormente la discussione, con il fronte del “Sì” e quello del “No” che espongono le proprie ragioni. Il Ministro degli Esteri e Vicepremier Antonio Tajani, in rappresentanza del “No” ai referendum, ha dichiarato la sua intenzione di non recarsi alle urne: “Io non andrò a votare perché credo che sia giusto, com’è previsto dalla Costituzione, non raggiungere il quorum”. Ha proseguito spiegando che “Quando c’è il quorum è previsto anche il non voto. Non ha nulla a che vedere con l’astensione per le altre scelte politiche: questo non è un referendum costituzionale, sono referendum abrogativi”. Il Ministro ha sottolineato che “Se uno vuole difendere le norme esistenti può anche dire di non andare a votare. Ovviamente noi contrastiamo ogni forma di assenteismo, ma bisogna farlo con le proposte politiche: non è questo il modo per poter attrarre gli italiani al voto, ma sono opinioni. Io la penso così, noi la pensiamo così. Quindi non andrò a votare”. Dall’altro lato, il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, sostiene con forza le ragioni del “Sì”, portando avanti un tour in diverse città, tra cui Salerno e provincia, per incontrare i lavoratori del porto e ribadire l’importanza della partecipazione al voto. Landini ha affermato: “Penso che ci sono le condizioni per raggiungere il quorum e non è un caso che anche il governo ha paura e comincia a dire alla gente di non andare a votare”. Ha definito tale atteggiamento “Non è un segno di forza, è un segno di grande debolezza”. Il Segretario ha aggiunto: “Penso ci siano tutte le condizioni per poter raggiungere il quorum, stiamo lavorando in questi giorni e in queste ore per allargare sempre di più l’informazione perché man mano che le persone conosce e impara che c’è il referendum decide di andare a votare, perché capisce che questo è un voto che permette di migliorare i diritti delle persone che lavorano. Di dire basta alla precarietà, di dire basta alle morti sul lavoro con la logica degli appalti e dei subappalti, vuol dire aumentare le tutele contro i licenziamenti ingiusti, vuol dire rimettere al centro il lavoro. E soprattutto dare un futuro alle nuove generazioni”. Landini ha poi rincarato la dose: “Oggi il lavoro ha raggiunto una precarietà non accettabile: oggi ci sono salari bassi, si muore sul lavoro; quindi, è evidente che questo referendum punta a cancellare leggi sbagliate e la forza di questo referendum è che noi cancelliamo leggi sbagliate sia fatte da governi di destra sia fatte da governi di sinistra, e lo facciamo per difendere i diritti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”. In merito alle parole della Presidente Meloni, Landini ha espresso un’opinione decisa: “Credo che una persona normale capisce che lo sta prendendo in giro, no? Cioè, è come se uno dicesse ‘Vado a Palazzo Chigi, ma non per governare’ oppure se dicesse ‘Vado al supermercato ma non a fare spesa’ oppure ‘Vado al cinema per non guardare il film’. Che ragionamento è? In realtà è un modo per dire di non votare”. Ha poi spiegato le implicazioni di tale invito: “E cosa vuol dire non votare oggi? Vuol dire non cambiare nulla. Vuol dire, in realtà, se tu inviti le persone a non andare a votare, che le leggi balorde che sono state fatte non le vuoi cambiare, neanche una”. Ha concluso con un appello alla responsabilità: “Quindi vuol dire che vuoi lasciare la precarietà, vuoi lasciare che i giovani continuino ad andare via dal nostro Paese, vuoi lasciare gli appalti e i subappalti, i morti sul lavoro, vuoi lasciare il Jobs Act. Vuol dire che non vuoi cambiare nulla di quello che è avvenuto fino ad ora. Qui c’è anche un atto, secondo me, di responsabilità: perché chi ha delle responsabilità pubbliche, politiche, deve avere anche il coraggio di dire esattamente quello che pensa. Pensano che siano un errore i nostri referendum? Votino no. In realtà hanno paura che la maggioranza della gente vada a votare, perché se si raggiunge il quorum vuol dire che la maggioranza di questo Paese chiede di cambiare le leggi balorde che hanno fatto sia il governo Meloni sia i governi precedenti di altre forze politiche. Questa è la novità vera. Per questo io penso che la gente cominci a capire. Per questo sono fiducioso: per quello che sto vedendo nelle piazze, nelle manifestazioni, nelle assemblee, in ogni luogo di lavoro vedo crescere consenso attorno a questo referendum perché la gente percepisce che non si va a votare per qualcuno. Qui non vai a votare per un partito, per un governo. Qui vai a votare per i tuoi diritti, per i diritti dei tuoi figli e per estendere i diritti di chi lavora”. Intanto, proseguono le iniziative a sostegno dei referendum sul lavoro e la cittadinanza in programma l’8 e il 9 giugno. Oggi il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, alle 1 19:30 sarà a Salerno, piazza civili caduti di Brescia, dove interverrà alla manifestazione unitaria di chiusura della campagna referendaria insieme, tra gli altri, a Roberto Fico del M5S, Marco Sarracino del Pd, a Christian Ferrari delle segreteria nazionale Cgil.