L’aeroporto e la storia - Le Cronache Ultimora

di Alberto Cuomo

Un nuovo evento, indicato come storico, ha avuto protagonista, secondo il suo dire, Vincenzo De Luca: il battesimo dell’aria di aerei partiti dall’aeroporto di Pontecagnano-Faiano, altrimenti detto Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi. “Una giornata storica – ha commentato il presidente della Regione Campania – Questa mattina il primo atterraggio e la prima partenza dall’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi. Ci sono voluti quasi vent’anni di lavoro per arrivare a questo risultato. Il punto di svolta è stata l’iniziativa della Regione Campania che ha unificato la gestione dell’aeroporto di Salerno con quello di Napoli-Capodichino, con la Gesac ha portato avanti tutto il progetto. Siamo riusciti in questo modo a concretizzare l’investimento, a seguire una procedura complessa, a dare respiro a Capodichino e, contemporaneamente, a realizzare il secondo aeroporto della regione. Per il territorio una svolta straordinaria dal punto di vista economico e turistico”. E non è la prima volta che il presidente De Luca richiama la storia per eventi che lui avrebbe determinato, così come del resto accade ad altri politici. Storica sarebbe per lui anche la stazione marittima di Salerno, la cittadella giudiziaria e la piazza sul mare più grande del mondo, ovvero il solaio che copre il parcheggio delle chiancarelle al cui centro vorrebbe si erigesse una stele con il suo nome dopo la morte, sempre per tenere viva la propria memoria… per la storia. Oltretutto sovente, onde affermare come storico l’evento, dai suoi sodali vengono affermate enormi bugie, come è per il numero di passeggeri in transito entro il 2030 millantato pari a 6 milioni l’anno, mentre in realtà, secondo il masterplan redatto nel 2016, cui il progetto si attiene, i passeggeri saranno nei primi anni intorno a 25mila unità per anno, per giungere al decimo anno a poco più di 500mila e non certo ai milioni sostenuti dall’entourage deluchiano. Se si pensa che nel 2023 l’aeroporto di Capodichino a Napoli ha visto transitare circa 13milioni di passeggeri si comprende che lo scalo salernitano non determinerà alcuna svolta storica, non i termini economici né in termini occupazionali. Per non dire dell’aerostazione, da alcuni indicata, secondo i progetti, come “la più bella d’Europa”, laddove se sarà realizzata secondo i grafici del masterplan non sarà che una sorta di megavilla progettata da ingegneri che aspirano ad essere architetti, e se sarà costruita secondo i disegni del progetto vincitore di un concorso somiglierà a un brutto edificio industriale truccato da architettura mediterranea. E non solo. Dal momento le osservazioni al masterplan da parte dei proprietari dei suoli erano molte, tali da poter ritardare l’entrata in funzione dell’aeroporto e della storica inaugurazione dei voli, c’è chi sostiene che la Gesac, l’ente che ha in carico la gestione degli aeroporti campani, abbia pagato cifre 4 volte superiori ai valori reali dei suoli dei resistenti per farli recedere dalla causa intentata presso il consiglio di Stato dove si rischiava la sconfitta, senza avere quindi la possibilità di fare lo show nei tempi utili pre-elettorali. C’è altresì da dire che i lavori previsti al contorno, quali l’allungamento della pista, la realizzazione dei parcheggi, l’aggiornamento della viabilità etc. sono tali e tanti da far prevedere che per il pieno regime dell’aeroporto bisognerà attendere diversi anni. Ebbene se è indubbio in Italia, non solo a Salerno, siano storici sono solo i ritardi nell’esecuzione delle opere pubbliche, è anche indubbio che quanti hanno definito storica l’inaugurazione dei voli intendevano che essa potesse passare alla storia, ovvero al dilungarsi del tempo della sua messa a regime. D’altro canto, De Luca, e chi con lui invoca la storia, non deve sapere quali avvenimenti possono elevarsi a “fatto storico”. Secondo Theodor Mommsen, premio Nobel nel 1902 per la sua “scrittura storica”, riferita in particolare alla monumentale storia di Roma, la scelta degli eventi storici da potersi narrare doveva essere fatta con distacco, se si vuole l’avalutatività di cui scriverà il suo allievo Max Weber, e solo nella descrizione intervenire con il sentimento utile a scegliere i colori dell’affresco. Per il maggiore storico contemporaneo, Fernand Braudel, la storia è paragonabile al mare, dove le increspature della superficie rappresentano i fatti emergenti dietro i quali vi sono le grandi correnti che si muovono sul fondo, sì che i fatti che meritano di essere tramandati, di passare cioè ai posteri per la loro importanza, sebbene superficiali, sono quelli le cui conseguenze sugli eventi successivi rendono i movimenti di fondo che coinvolgono gli uomini di un determinato periodo. Si rassegni De Luca, l’aeroporto di Salerno, il crescent, la stazione marittima, la cittadella giudiziaria, non hanno niente di storico, e pertanto smetta di invocare la storia anche al taglio del nastro per un nuovo marciapiede. E si convinca: passerà alla storia, sicuramente, come uno dei tanti amministratori italiani di inizio millennio che ha rovinato il territorio del nostro bel paese per “arricchire”, chi sa perché (ma la storia forse ce lo dirà) pochi presunti imprenditori che, senza i rischi propri alle imprese, hanno fruito delle sue scelte politiche. Intanto il governo ha firmato un accordo per la riqualificazione di Bagnoli in termini turistici. Questa veramente storica perché cambierà il volto dell’area ovest di Napoli essendo una vera riqualificazione che non quelle di De Luca caratterizzate solo da nuove valanghe di cemento.

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