L’addio di capitan Di Tacchio: «Dico soltanto grazie» - Le Cronache
Salernitana

L’addio di capitan Di Tacchio: «Dico soltanto grazie»

L’addio di capitan Di Tacchio: «Dico soltanto grazie»

di Fabio Setta

SALERNO – “Guarda i muscoli del capitano, tutti di plastica e di metano, guardalo nella notte che viene, quanto sangue ha nelle vene, il capitano non tiene mai paura”. Da buon capitano di paura, come canta De Gregori, non ne ha avuta mai, anche nei momenti più difficili, anche quelli in cui sarebbe bastato poco per trasformare il tutto in tragedia e non solo calcistica. Francesco Di Tacchio è stato capitano vero della Salernitana. Si è imposto pian piano, diventando una colonna importante della squadra soprattutto con Castori. Poi dopo aver osservato dalla panchina la rimonta salvezza, è giunto il tempo dell’addio. Ad annunciarlo la Salernitana con una nota ufficiale: il capitano saluta e va alla Ternana, club con cui ha firmato un triennale. 600mila euro il costo dell’operazione. Di Tacchio era arrivato a parametro zero nella stagione 2018/19. Tre gol e 34 presenze il primo anno suggellato dal rigore decisivo segnato nella sfida play out contro il Venezia. Tre gol e 331 presenze anche l’anno successivo con Ventura in panchina mentre la svolta arriva con Castori che lo trasforma nel perno della squadra che conquisterà la promozione in Serie A. Non segnerà, sbaglierà ance un rigore pesantissimo in casa contro la Spal in pieno recupero, ma il gol più bello arriva ad Ascoli quando con freddezza e lucidità da vero capitano salva la vita a Dziczek. In casa con la Roma poi, sempre con la fascia di capitano al braccio, dopo aver saltato la prima giornata a Bologna per squalifica, l’atteso esordio in serie A per il centrocampista classe 1990 che aveva solo sfiorato la massima serie al tempo del settore giovanile della Fiorentina. Poi quel lungo girovagare, Frosinone, Chiavari, Pisa, Avellino per poi trovare con la maglia granata quella A tanto sognata. Nel corso di quella prima parte di stagione a dir poco tremenda dal punto di vista dei risultati, Di Tacchio, con grande umiltà, cederà anche la fascia di capitano a Ribery per indossarla l’ultima volta nel derby contro il Napoli per la diciottesima ed ultima presenza stagionale. Poi con la svolta Sabatini-Nicola il centrocampista pugliese per quattro gare addirittura non viene convocato prima di rientrare in gruppo dal match col Torino. Da quel 2 aprile fino al 22 maggio, Di Tacchio resterà in panchina, pronto a dare una mano ai compagni ma senza rivedere il campo. Magari se la gara con l’Udinese fosse andata in maniera diversa, almeno qualche minuto per ricevere il giusto tributo Di Tacchio l’avrebbe giocato. Invece, ha lasciato così da attore non protagonista, ma sicuramente con un ruolo importante all’interno dello spogliatoio. 124 partite, sei gol e sei assist per il capitano, il cui attaccamento e la cui grinta l’hanno reso un idolo dei tifosi e un indiscusso protagonista degli ultimi quattro anni della storia granata. E proprio ai tifosi si è rivolto Di Tacchio nel saluto su Instagram: “Si chiude una pagina importante della mia carriera. Per aprirne un’altra ovvio, per guardare avanti e intraprendere nuove sfide. Ma se guardo indietro mi viene da dire solo grazie! Grazie per questi magnifici 4 anni. Grazie a un’intera città, a tutta la tifoseria, ai miei compagni, ai dottori e ai fisioterapisti, ai magazzinieri, a Sasá, agli allenatori e direttori, alle proprietà. Grazie per avermi permesso di poter dare tutto per questa maglia, di poter raccontare le ultime due fantastiche stagioni, di aver potuto festeggiare con voi ogni traguardo. Ora è arrivato il momento di salutarci, come sapete. Porterò sempre Salerno e la Salernitana nel mio cuore. Macte Animo!“.