E’ il tempo di Matteo, il tempo dell’equinozio, e ieri sera, tra canti liturgici e processionali, si è entrato nel vivo dell’attesa della festa, di quella giornata sempre divisa e celebrata tra riti religiosi e profani. Sul far della sera, si è ritornati nei luoghi e nei tempi del Santo, con l’omaggio floreale al santo che domina l’arco di Portanova, ovvero l’entrata in città, ma al contempo Piazza Flavio Gioia, lo storico mercato del pesce, la Rotonda. Alla sommità della Porta Nova in Piazza Flavio Gioia è stata collocata una grandiosa statua, opera del 1756 dello scultore Francesco Pagano, raffigurante S. Matteo, il patrono e protettore della città. Sono diverse le statue di san Matteo disseminate nella città questa celebrazione è stata sempre di grande valenza religiosa. La corona di fiori che viene deposta alla statua di san Matteo raccoglie la fede dei salernitani che, a distanza di secoli, continuano ad invocare con la stessa genuinità ed entusiasmo il santo patrono. Sinergia, unione, sono parole che ricorrono spesso e l’ arcivescovo non solo ha richiama gli insegnamenti dell’apostolo ma anche gli insegnamenti di vita che Gesù ha trasmesso attraverso gli apostoli.
E’ toccato ad un vigile del fuoco il compito di deporre la corona benedetta sulla statua, che guarda anche il vecchio mercato del pesce, Piazza Flavio Gioia, un po’ il suo essere in paranza con tonni e triglia tra le dita quali ex-voto, tra gli applausi dei presenti. Poi la chiusura della cerimonia con un momento di preghiera in onore di San Matteo per un’altra tappa di avvicinamento alla grande festa del 21 settembre con la processione che segnerà, inevitabilmente, il momento più atteso unitamente ai fuochi d’artificio che proporrà in agone ben tre fuochisti. o.c.