Questa sera, alle ore 20, il pianista chiuderà i Concerti di Primavera nella Sala San Tommaso della cattedrale di Salerno, promossi da Sergio Caggiano
Di OLGA CHIEFFI
Una bella sorpresa, il sigillo del pianista Paolo Restani, alla V edizione dei Concerti di Primavera, che si esibirà questa sera, alle ore 20,30, nella Sala San Tommaso della Cattedrale di Salerno, ospite del cartellone dell’Associazione Culturale Arechi, allestito da Sergio Caggiano. Rachmaninov, Liszt e Chopin, gli autori in programma in una serata che principierà con tre preludi di Sergej Rachmaninov, il decimo e il dodicesimo dall’op.32 e il secondo dell’opus n°3. Si tratta di brani dalla tipica sensibilità romantica che contraddistingue il pianismo del compositore russo, autore novecentesco che non abbracciò i nuovi orizzonti tracciati prima da Debussy e poi dalla scuola viennese, che portarono gradualmente alla disgregazione del sistema tonale. Ai preludi farà seguito l’esecuzione di uno degli Studi Trascendentali di Franz Liszt, altro autore fondamentale per la storia dell’evoluzione tecnica del pianoforte. Si tratta del n. 9, Ricordanza, nel quale prevale l’elemento melodico piuttosto che il virtuosismo acrobatico, benchè non manchino le volate rapide e difficili di tipico stampo lisztiano. Si continuerà con il Liszt delle da Giuseppe Verdi: la “Danza sacra e duetto finale” dall’Aida, e “Parafrase de Concert” dal Rigoletto. Franz Liszt è stato autore di innumerevoli trascrizioni per pianoforte di opere, sinfonie, lied di musicisti a lui contemporanei o antecedenti, e tale meritoria attività, in un’epoca in cui la musica poteva essere ascoltata solo dal vivo, ha contribuito notevolmente alla diffusione della stessa. Oggi molte di queste trascrizioni, se pur sempre piacevoli, anche se talora appesantite da un eccesso di ornamentazioni virtuosistiche, possono sembrarci datate, ed in effetti molte di esse si ascoltano raramente nelle sale da concerto. Questo vale anche la trascrizione dall’Aida, mentre rimane ancora molto eseguita la parafrasi dal Rigoletto, un brano particolarmente riuscito e di sicuro effetto. Il brano è basato sul tema del celeberrimo quartetto “Bella figlia dell’amore”, e se da un lato permette al pianista di fare sfoggio di bravura, con numerosi passaggi di elevata difficoltà tecnica, dall’altro offre l’occasione di ascoltare, per lo spettatore, un meraviglioso adattamento di uno dei brani più amati dai seguaci dell’opera lirica. Ed ecco che anche Wagner e Liszt si incontreranno, sul Parsifal e sulla sua Marcia solenne, fatta di eccezionali intuizioni timbriche. Finale interamente chopiniano, con la Fantasia in Fa Min. op.49 dalla struttura ampia e articolata che fa pensare ad un poema musicale, dove si alternano immagini epiche ad evocazioni di delicato lirismo, tipiche della genialità e dello stile del grande polacco e con il Notturno di Do diesis min. postumo, brano contrassegnato da eleganza melodica, sorretta da un gioco armonico di piacevole e carezzevole inventiva. Finale pirotecnico con la Polacca in la bemolle maggiore op. 53. Soprannominata Eroica, resta una delle vette indiscusse del pianismo romantico, nome dovuto esclusivamente alla bellezza e all’incisività di temi che rimangono scolpiti indelebilmente nella memoria di ognuno, soprattutto alla presenza contemporanea nello stesso capolavoro del sentimento eroico e patriottico e di quello malinconico e nostalgico, in una straordinaria virtuosità di scrittura dì una nettezza di contorni e razionale necessità quasi beethoveniane.