E’ un anno tecnologico il 2014, soprattutto per la scuola italiana che si affaccia finalmente al mondo digitale, comprendendone l’importanza che ha assunto nelle vite di grandi e piccoli.
A novembre il Ministero dell’Istruzione ha lanciato il bando per il finanziamento delle reti wifi e progetti formativi per le competenze digitali.
Le Regioni hanno stanziato risorse per la dotazione tecnologica delle classi, non a caso in molte aule sono presenti lavagne interattive multimediali, pc, registri elettronici e tablet.
Molti insegnanti si sono trovati un po’ spiazzati avendo visto la dimestichezza dei ragazzi nell’uso di questi mezzi. Per gli studenti si apre una grande opportunità, una crescita formativa al passo coi tempi, dai libri elettronici ai quaderni digitali.
Il mondo sta cambiando ed è giusto che anche la scuola lo faccia, il futuro è questo, competenze nel digitale sono sempre più richieste.
La scuola deve educare, formare, far diventare i nostri ragazzi veri cittadini digitali in modo competitivo e globalizzato e tutti gli strumenti devono concorrere a renderne più efficace l’apprendimento. Tutto deve contribuire a una didattica nuova, che permetta ai ragazzi di confrontarsi con problemi vicini alla realtà in cui dimostrare le competenze acquisite.
Ci sono esperienze che fanno da modello, come l’Istituto comprensivo Bruno di Osimo, che senza alcun finanziamento ha avviato una digitalizzazione del proprio istituto, in cui i tablet danno un grande valore aggiunto anche per i ragazzi stranieri e i disturbi dell’apprendimento (Dsa). I bambini/ragazzi lavorano a coppie, in gruppo (cooperative learning) o singolarmente.
Ai licei classici Aristofane di Roma e Liceo Leone XIII di Milano si fa ricerca didattica per avvicinare i ragazzi al mondo classico attraverso i mobile device , mentre al patronato San Vincenzo di Bergamo i ragazzi insegnano ai propri docenti come costruire ebook.
Nonostante le aule vecchio stampo, un gran numero di docenti ha raccolto la sfida di una didattica diversa, si aggiorna con grande fatica e prova a mettersi in gioco con umiltà e curiosità, per avere una scuola veramente digitale.
di Letizia Giugliano