Di Olga Chieffi
La scuola salernitana di percussioni è sbarcata a Casa Sanremo, una partecipazione che è stata certamente talismano di piccole ebbrezze per quattordici percussionisti salernitani, che hanno toccato con mano un mondo che in un prossimo futuro certamente cominceranno a frequentare da protagonisti. A Sanremo i maestri Gerardo Avossa Sapere, Antonio Palmieri e Rossella Lacasa hanno presentato il gruppo PercussionAmo del Liceo Alfano I di Salerno, composto da Maria Mazzeo, Giulia Nappa, Carmine Di Muro, Sergio Esposito, Simone Pietro Parisi, Mario Senatore, Sandro Pecorale, Roman Neri, Antonio Carimando, Ciro Mango, Domenico Donatantonio, Matteo Ferrara, Luca Forte, Luca Di Bari, interpretri di un brano composto per questa occasione, DolceAcqua per soli strumenti a percussione e Kalimba, titolo ispirato proprio dal suono magico, i questo particolare strumento, il cosiddetto piano a pollice e dedicato al paese Dolceacqua in provincia di Imperia dove l’ensemble ha alloggiato per tutto il periodo del Festival. Il compositore del brano Gerardo Avossa Sapere, non a caso ha inteso usare la kalimba strumento simbolo della resilienza africana e dei tempi più oscuri che hanno attraversato alcuni popoli di questo continente. Un suono dalle note intense ed evocative che è una testimonianza di vita e amore incondizionato per la musica. Nelle leggende africane più antiche, di quelle che si perdono nei tempi dei tempi, si narra della kalimba come dello strumento creatore di tutte le cose della terra. Lo strumento di Dio che, semplicemente suonandolo, armonizzò il creato, la natura, gli animali. Fu una lamella che, indebolitasi, fece perdere l’accordatura generando una nota disarmonica. Essa era l’uomo, il seme della disarmonia, del conflitto, del dolore che, in origine, non esistevano. La kalimba, quindi, quale strumento di fuga e armonizzazione interiore, doveva tornare ad elevare la sua voce in questo tempo di guerra che sta diventando sempre più gravoso per tutti. Non solo una applaudita performance, quella dei PercussionAmo, ma anche tanti incontri prestigiosi per i ragazzi, momenti straordinari ma anche attimi di tensione, in una città blindata in ogni dove dalle forze dell’ordine, da cani anti-esplosivi , cani molecolari. “E’ stato interessante – ha dichiarato il Maestro Gerardo Avossa Sapere –scambiare qualche riflessione con il direttore dell’Orchestra di Sanremo, Leonardo De Amicis, con Ghali, artista dalle origini miste, capace di far abbracciare l’urban contemporaneo con un gusto italiano, il tutto in una trama, la sua ricca di riferimenti sonori e linguistici ai Paesi arabo-africani che da sempre, per storia e commercio, sono legati all’Italia, e ancora Beppe Vessicchio, che ama dire che se un elemento “stona”, comprometterà l’equilibrio complessivo e che ogni strumentista amplifica il risultato finale eseguendo bene la sua parte, fino ad Alessandra Amoroso. Immensa soddisfazione è stata quella che alla fine della performance si è avvicinata la moglie di Ivan Graziani, Anna Bischi e ci ha inviatati in Abruzzo per partecipare alla manifestazione nazionale fautore di quel rock che guardava al glam come a soluzioni più dure o oniriche e allucinate”.
Una Anna Bischi ipnotizzata dal groove dei ragazzi protagonisti di un rapporto creativo e di ascolto, mediato dal potere del ritmo, in cui è fondamentale raggiungere il massimo potenziale di dialogo musicale da parte di tutto il gruppo, al fine di realizzare una melodia armonica data dall’unione sinergica e consapevole di strumenti musicali diversi. Ogni percussionista è stato in grado di percepire il proprio valore non soltanto in quanto singolo, ma principalmente come parte di un tutto, riconoscendo l’importanza del proprio contributo per la riuscita del risultato, un vero e proprio show, completato dalla memoria sonora collettiva, con il vigore ritmico e quella aggressività espressiva che sa trasformarsi in danza e nella eterna sfida di questa musica delle azioni, alla vita.