Il sarto per eccellenza se n’è andato. Pietro Monacelli abbandona la sua Salerno portandosi il suo stile, frutto di una scelta, di un desiderio, lasciando ai giovani che lo seguirono, le sue tracce,gli insegnamenti. A Milano, dove fondò “ la scuola della sartoria”, vestì i grandi della politica e dello spettacolo. La soglia del suo laboratorio la varcò un giovane di nome Bettino Craxi, e poi l’attore Giulio Bosetti, Dario Fo, Ivo Garrani, Giorgio Gaber. Pietro con il suo stile diretto, entrò nelle grazie di un grande della moda, quel Valentino che per una serata lo volle alla sua corte. La bravura di Monacelli, era accompagnata da quella umanità che lo ponevano al di sopra di idee e sentimenti poco sinceri. Viveva nella capitale lombarda, ma il suo desiderio era sempre quello di ritornare a Salerno. Per questa sua città ha sempre avuto un atto d’amore irresistibile. Quando decise di rientrare al corso Vittorio Emanuele facevano bella mostra le vetrine del negozio. In poco tempo radunò i vecchi amici alcuni dei quali li ospitava nella magnifica casa a Sala Abbagnano. A tenere banco erano i ricordi di Milano, i sacrifici fatti, aver conosciuto personaggi del mondo politico e dello spettacolosi di rilevanza nazionale. A Salerno, l’amico Pietro, aveva aperto una luminosa finestra. Del cucire, del taglio, Monacelli fece la sua vita e il suo mestiere. “E’ un dono il mio – mi diceva – che ho saputo portare avanti con la modestia e tanti sacrifici. Di Milano rimpiango il teatro la Scala, qualche serata in via Montenapoleone, l’incontro con i salernitani che da anni vivevano nella grande metropoli. Respirare l’aria di casa mia è tutta un’altra cosa. Ritrovarsi da Pantaleone, al Vicolo della Neve non ha pari.” Così la pensava Pietro Monacelli. Si è spento al San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona dopo aver ricevuto i sacramenti, don Ciro della parrocchia di Gesù Redentore a Pastena. I funerali ieri, martedì, con la partecipazione di amici,parenti e quanti lo avevano conosciuto e stimato. Pietro lascia nel dolore i figli Francesco e Anna, le sorelle Margherita e Alfonsina, il fratello Mario. Con la dipartita di Pietro, Salerno perde un altro uomo di vecchio stampo, che aveva amato la sua città, quella fatta dal rispetto, dall’educazione mettendo in primo piano il bene per quelli che avevano bisogno. Il mondo del commercio, dell’ artigianato ha tributato a Pietro gli onori che meritava. Insomma l’artista del cucire non potrà essere dimenticato dai suoi o da quel mondo che lo ha avuto come protagonista. Ciao Pietro.
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