Di Fabio Setta
SALERNO – La strada è ancora lunga ma questa squadra è destinata comunque a restare nella storia della Salernitana. A tre giornate dal termine, una squadra che sembrava spacciata, già condannata e retrocessa, per la prima volta in questa stagione è in zona salvezza ed ora è padrona del proprio destino. La vittoria contro il Venezia, sofferta come poche, la quarta nelle ultime cinque gare, in tal senso è stata fondamentale. L’operazione sorpasso sul Cagliari è stata portata a termine, lottando con il cuore e con i denti. Anche perché non è stata sicuramente la miglior Salernitana della gestione Nicola. La posta in palio, altissima, la pressione, l’opportunità di uscire per la prima volta dalla zona rossa della classifica, hanno inevitabilmente condizionato la formazione granata. Nonostante il vantaggio arrivato dopo sette minuti su rigore trasformato da Bonazzoli, Djuric e compagni hanno sofferto tanto. A volte sono stati anche troppo frenetici, andando in due sul pallone, giocando con un po’ di disordine, senza riuscire a sviluppare quelle trame di gioco che tanto avevano entusiasmato nelle ultime partite. Onestamente, però, ci può stare. Questo dell’Arechi era un vero e proprio spareggio, un match ad eliminazione diretta per il Venezia, avviato ormai verso la Serie B e un’occasione troppo ghiotta per i granata di compiere un passo fondamentale verso quel sogno chiamato salvezza. Dopo il gol, con la partita che sembrava ben indirizzata, i granata hanno sofferto pur sfiorando in diverse circostanze, soprattutto sui calci piazzati, il gol del raddoppio. A inizio ripresa, però, il Venezia ha messo davvero sotto la Salernitana. Dopo un miracolo di Sepe al 57’ su un tiro di Okereke, il gol ospite era nell’aria ed è arrivato un minuto dopo con il tap in di Henry dopo la respinta di Sepe su colpo di testa di Caldara. L’Arechi si è raggelato, ma in quel momento è venuto fuori il carattere della squadra di Nicola. Il trainer ha subito cambiato, anche se forse qualche cambio avrebbe potuto farlo prima del gol, inserendo Verdi e Kastanos oltre Belec, al posto dell’infortunato Sepe. Dopo cinque minuti, proprio Verdi dopo un tiro rimpallato di Kastanos ha battuto nuovamente Maenpaa. Da quel momento in poi è stata sofferenza pura. Soncin, all’esordio sulla panchina veneta, ha messo tutti gli attaccanti a sua disposizione provando a creare densità nell’area granata, nella speranza di trovare magari l’episodio giusto. Fazio baluardo difensivo ha guidato i compagni in un finale di partita in cui tutti hanno stretto i denti, gettando davvero il cuore oltre l’ostacolo. La punizione di Aramu uscita di un soffio è stata accolta dal pubblico con un’ovazione pari a quella del gol di Verdi, così come i rilanci dei difensori granata nel tentativo di guadagnare secondi preziosi. Davvero preziosi sono, invece, i tre punti per la Salernitana che ora è padrona del proprio destino. Il Cagliari è alle spalle e ora domenica prossima all’Arechi arriveranno proprio i sardi in un altro scontro decisivo per la salvezza. Non ci sarà magari freschezza atletica, ma il cuore e la grinta a questa squadra non mancano e a questo punto il traguardo storico è un po’ più vicino.