La Repubblica di De Luca - Le Cronache Ultimora
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La Repubblica di De Luca

La Repubblica di De Luca

di Alberto Cuomo

Nel weekend della scorsa settimana, tra il 19 ed il 21 aprile, al teatro Politeama di Napoli, si è tenuta una kermesse paraculturale alla maniera delle feste dell’Unità, sebbene organizzata dal quotidiano “La Repubblica”. Il programma de “La repubblica delle idee” ha previsto la passerella di molti uomini e donne del Pd o esplicitamente schierati con il Pd in azzardati dibattiti sulle problematiche più attuali. A proposito dell’avvenire della città non poteva mancare l’agiato frugolo milanese, l’architetto Stefano Boeri, meglio conosciuto per aver inventato l’acqua calda, ovvero le piante sui balconi, con al seguito, quale scudiero, l’architetto Carlo Ratti, progettista di ricchi quanto improbabili atolli, anche lui paradossalmente noto per aver messo una barca capovolta quale copertura del padiglione Italia all’Expo di Dubai, alla maniera dei venditori dei cuoppi di pesce fritto. Entrambi hanno discusso sulle diseguaglianze quali fratture dell’umanità, essendo i due, in quanto esponenti della dorata borghesia lombardo-piemontese, sicuramente esperti in materia. Per la letteratura c’era il Manzoni, anzi no, il Simenon in salsa napoletana, Maurizio De Giovanni, in cerca, senza Maigret, dell’immaginario. Quindi i soliti Concita De Gregorio, Corrado Augias, Lucia Annunziata, Massimo Giannini, con i loro modi ipocraffabulatori rivolti a blandire l’ascoltatore fingendo di elevarli alla propria presunta cultura. C’erano naturalmente i sindaci del Pd ma nessun sindaco di altra area e il rappresentante della MSC, Leonardo Massa che ha trionfalisticamente parlato dell’avvenire del crocierismo nella sostenibilità ad una attonita Teresa Armato dimenticando il report pubblicato nel 2023 dall’ong Transport&Environment, che ha rilevato come le 218 navi da crociera presenti in Europa hanno emesso più ossidi di zolfo di 1 miliardo di automobili, ovvero 4,4 volte di più di tutte le automobili circolanti nel continente (253 milioni) ed anche che proprio La Repubblica ha riportato la notizia della stessa azienda no profit sull’inquinamento prodotto da ciascun passeggero crocierista pari a 420 chili di anidride carbonica al giorno, a fronte degli 81 prodotti dai viaggiatori in hotel (hai capito avvocato Annunziata, tu che da presidente dell’Autorità portuale vuoi far sbarcare 4 navi da crociera nel porto di Salerno?). C’era poi una strana coppia, i cui componenti non si sono però incontrati, ovvero Vincenzo De Luca e lo scrittore Antonio Scurati, e quest’ultimo, senza far cenno al presidente della Campania che due anni fa ha censurato la partecipazione di Roberto Saviano al festival di Ravello di cui era direttore, si è sfogato contro le censure, a suo dire, del governo “paranazista”. Quanto a De Luca, il governatore si è lanciato nelle solite sparate contro il governo e contro l’Autonomia differenziata, in una rabbia a comando come è nei migliori attori teatrali – di fatto, a proposito dei fondi Pnrr, Fitto dovrebbe avergli chiarito una volta per tutte che i progetti cui saranno dedicati devono essere concertati, come è accaduto in altre regioni, con il governo, responsabile primo presso l’Europa, laddove le critiche all’Autonomia differenziata appaiono tardive essendo essa già in atto – mentre ha mostrato rabbia autentica allorché qualcuno gli ha attribuito una inclinazione al familismo. “Altro che familismo: i miei figli sono andati a lavorare all’estero – ha detto urlando dal palco – Piero ha fatto l’emigrante alla corte di giustizia proprio perché aveva il padre sindaco e in questo paese di barbari e ipocriti non poteva lavorare… É un deputato? Dopo venti anni che è stato all’estero basta con questa storia barbara del familismo, si offende la dignità di una persona”. Ebbene, Piero De luca è stato referendario presso la corte di giustizia europea dal 2008 al 2018, secondo quanto si legge nel curriculum presso il sito del Ministero dell’Interno, ovvero 10 anni e non 20 come ha sostenuto il genitore, abitando in Lussemburgo in una sontuosa casa, tipica degli emigranti. Quanto alla sua carriera si ricorderà che divenne ricercatore, dopo pochi anni dalla laurea, così come non accade ai comuni mortali, presso l’Università di Cassino essendo rettore Ciro Attaianese assessore presso il comune di Torre del Greco con il plurindagato sindaco Ciro Borriello arrestato nel 2017 per una questione di tangenti nel campo dei rifiuti. Lo stesso Attaianese che alla scadenza del suo mandato di rettore è stato indagato per un buco di 44 milioni di euro nel bilancio dell’Università che dirigeva, mentre il buon Piero svolgeva contemporaneamente due lavori, così come non è previsto per i ricercatori universitari. Un grimaldello, quello dell’investitura di ricercatore a Cassino, in un concorso minore, che consente, grazie a una legge della peggiore ministra dell’università Gelmini, il passaggio quasi automatico a professore di seconda fascia, una volta ottenuta l’abilitazione in una modalità intrapresa anche dal fratello Roberto. Quanto al suo ruolo di deputato si ricorderà che con tutto l’ambaradan del sistema De Luca, Piero non fu eletto a Salerno, ma a Caserta, dove la deputata uscente, chi sa perché, cedette il posto di capolista al giovane virgulto. Il padre però su una cosa ha ragione: “nessuno si è permesso di dire che Mattarella è espressione del familismo: suo padre era ministro, suo fratello era presidente della Regione Sicilia”. E infatti ormai il Parlamento sembra essere divenuto una cosa di famiglia essendo costituito da padri, figli, cognati, cugini, mogli, amanti. Non a caso nei periodi festivi, verso Natale ad esempio, a Roma si vedono codazzi di onorevoli, con figli consiglieri comunali, mogli deputatesse regionali, cugini dirigenti Asl, cognati in sottogoverno, tutti festeggiare allegramente il periodo di riposo facendo shopping grazie alle opulente tredicesime. De Luca ha quindi detto bene: con il familismo bisogna essere seri.