La Procura di Trani tutela il suo mare. E Salerno che fa ? - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

La Procura di Trani tutela il suo mare. E Salerno che fa ?

La Procura di Trani tutela il suo mare. E Salerno che fa ?

Due giorni fa una maxi operazione della Procura di Trani, in coordinamento con la Capitaneria di Porto, ha portato a termine una intelligente e coraggiosa indagine sulla pesca abusiva dei datteri di mare, assolutamente proibita dalla legge, non solo per la tutela dei preziosi mitili, ma anche per la devastazione che comporta per il fondale marino. Che non si vede da fuori, non è un panorama visibile al di sopra della superficie, ma tuttavia è panorama a pieno titolo e risorsa naturale a tutti gli effetti. In altre parole, AMBIENTE. Trani ha arrestato dieci persone, più altre venti denunziate. Con sequestri importanti e divieti di esercizio di impresa per parecchi. L’indagine è durata due anni, anche con intercettazioni, ma il risultato c’è stato. Ovviamente, non c’è stato il sequestro del fondale marino. Difficile pensare di operarlo. Ma una delle imputazioni riguarda il reato di disastro ambientale e deturpamento e deterioramento delle bellezze naturali. Per pescare i datteri, come si sa, bisogna toglierli dal loro buco nei massi sott’acqua. I pescatori di frodo, perciò, con trapani meccanici facevano a pezzi i massi del fondale lasciandone i frammenti sul fondo. E’ quella la devastazione dell’ambiente naturale. Grande lezione, perciò, dalla brava Procura della Repubblica di Trani. Ma adesso veniamo a Salerno. Da mesi si parla dello sconcio della lunga spiaggia di Pastena fatta di pietrisco di cava anziché di sabbia. Si sa bene, in Italia, che questo non è possibile. Esistono le convenzioni tra Stato, Ministero dell’Ambiente, e Regioni rivierasche, tra cui la Campania, che impongono che i ripascimenti vengano fatti con sabbia della stessa granulometria e dello stesso colore della sabbia preesistente. Come regole così elementari siano state ignorate, a Salerno, a Pastena e prima a Mercatello, non lo si spiega. Eppure, qualche anno fa, i ripascimenti di Agropoli e di Casalvelino furono fatti nel rispetto delle regole, con sabbia di mare e sotto la sorveglianza della Capitaneria di Porto. Che è successo a Salerno, con le spiagge di Mercatello e di Pastena devastate dal pietrisco di rocce frantumate, male, sparse al posto della sabbia naturale? A ben vedere, la Procura di Salerno non è stata inattiva sotto il profilo della tutela delle spiagge. L’anno scorso la Procura, in piena estate e con gli ombrelloni già aperti, sequestrò la spiaggia di Cetara. E per reati connessi a questioni amministrative, non certo per il più grave, impattante e permanente reato di deterioramento delle bellezze naturali. Che fu già iscritto nel 2021 per la spiaggia di Mercatello, rivestita di pietrisco come quest’anno a Pastena. Non si hanno notizie di che fine abbia fatto quel procedimento; considerato che sono trascorsi 5 anni, è presumibile che sia finito con una archiviazione. Ma la stampa, se è così, avrebbe titolo, considerata l’archiviazione, a richiedere copia della richiesta del PM e del decreto di archiviazione del GIP. Uno dei due candidati al posto di Procuratore a Salerno è Raffaele Cantone (l’altro è Domenico Airoma). Ebbene, Cantone si è già espresso in passato, in più interviste, a favore dell’accesso della stampa ai documenti dei processi archiviati, in nome della libertà dell’informazione. Pensiamo che anche Airoma, in caso di sua vittoria, possa essere dello stesso parere. Quindi, avremo sperabilmente accesso a documenti interessanti per capire il diverso orientamento della Procura nostrana in rapporto alle linee guida sul ripascimento tra Stato e Regioni. Sta di fatto che, al momento, ci sono orientamenti diversi nella Procura. Il che non è un bene, perché in un ufficio unitario come la Procura l’indirizzo dovrebbe essere univoco.