Anche quest’anno la polizia di Stato ha celebrato il suo santo protettore, San Michele Arcangelo: riuniti ieri mattina nella cosiddetta cappella delle Crociate, all’interno del Duomo di Salerno, i poliziotti hanno assistito alla messa officiata dal monsignor Luigi Moretti, ed al quale hanno offerto alcuni doni,
come il pane ed il vino, simbolo del lavoro e del sacrificio, e la bandiera, a testimoniare la volontà di proteggere e servire il Paese. Il Questore di Salerno, Antonio De Iesu, nel suo intervento, ha elogiato la “silenziosa dignità con cui le forze di polizia portano avanti il loro lavoro”, al fine di “garantire le migliori condizioni di sicurezza e vivibilità ai cittadini”. In questo senso, De Iesu ha voluto sottolineare la “vicinanza spirituale con la Chiesa” ed ha raccontato come, dopo la seconda guerra mondiale, il culto di San Michele si sia diffuso in maniera spontanea tra gli appartenenti alle forze di polizia.
“Il rapporto di fiducia con i cittadini orienta il nostro agire”, ha spiegato il Questore, per il quale “l’operato della polizia ha una finalità tanto sociale quanto spirituale. È dovere della polizia, infatti, garantire l’incolumità e la convivenza civile, evitando che i fatti criminali surclassino i diritti dei cittadini: è dunque questa una professione da fare con la consapevolezza di voler fare qualcosa per gli altri”.
Il Questore ha poi rivolto un pensiero ai colleghi caduti, esortando a perseguire il “dovere morale di mantenere viva la memoria del sacrificio di uomini normali che non si sono girati dall’altra parte quando bisognava garantire che l’illegalità non sovrastasse la legalità”. Alla celebrazione erano presenti anche i pensionati della Polizia di Stato, alcuni parlamentari ed il comandante provinciale dei Carabinieri di Salerno, il Colonnello Fabrizio Parrulli.
Quasi contemporaneamente alla cerimonia, agli alunni della scuola elementare “Barra” di Salerno erano state aperte le porte della Questura, con l’intento di avvicinare i più giovani al lavoro ed alle attività delle forze dell’ordine. A risuonare, poi, dalla Cappella delle Crociate (designata nel 1092 luogo di raccolta dei soldati in partenza per la Terra Santa e sede della Confraternita delle Crociate da Papa Urbano II) è il monito di monsignor Moretti, che avverte: “un giorno saremo giudicati non per il numero delle messe alle quali abbiamo assistito, ma per il nostro agire morale”.
Come da tradizione, infine, la messa si è conclusa con la preghiera a San Michele Arcangelo, reso patrono della polizia da papa Pio XII, la quale si conclude chiedendo al patrocinio del Santo “rettitudine alle nostre menti, vigore ai nostri colleghi, onestà agli affetti nostri per la serenità delle nostre case, per la dignità della nostra terra”.