di Luca Gaeta
Loredana Gigliotti, ospite del Museo Frac di Baronissi, ci propone un’articolata cronologia delle sue esperienze che hanno al centro della composizione l’intima dimensione della donna che vive il suo presente. Un tracciato espositivo, che racconta quasi quarant’anni di pittura, che hanno visto la Gigliotti, attenta osservatrice di quella spinta di novità che dagli anni Settanta si proietterà fino ai nostri giorni. “Come si è avvicinata al mondo della pittura?”
E’ una passione che ho sempre avuto sin da bambina, giocavo dipingendo. Crescendo ho voluto approfondire sempre più la materia, frequentando prima il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti. “Quali sono stati gli artisti che l’hanno costituito un modello per il suo stile?” In gioventù venni folgorata dal Rinascimento e dalla figura di Michelangelo, in particolare dalla sua “lotta” fra materia e spirito. Un altro spunto creativo venne delle pitture rupestri e da sculture come il guerriero di Capestrano e le veneri steatopige. Poi Klimt, Schiele e in seguito Burri, Giacometti, Savinio, ispirandomi al loro linguaggio e traendo insegnamento dalla loro pittura. “Se dovesse definire il suo stile, in che termini ce ne parlerebbe?” Il mio linguaggio pittorico tende ad esaltare l’anima attraverso la rappresentazione del corpo, molte volte addirittura mutilandolo. Nel senso che delle figure non hanno le braccia, la testa, tutto questo per una più ampia spiritualità: togliere al corpo per imprimere una maggiore profondità. Cerco l’interazione con il mio pubblico. “Ritiene che la nostra società, in particolare quella del nostro territorio, sia sensibile all’arte ed alle iniziative che gli artisti propongono?” Un mio caro amico, Sergio, a cui ho dedicato il mio libro “Pittura Come”, diceva sempre che il successo di una mostra deve calcolarsi non in base al numero dei visitatori, ma dal loro interesse. “Presso il Salone della Conferenze del Museo FRaC di Baronissi, per il ciclo “L’Autore a chi legge”, è stato presentato il suo libro dal titolo “Pittura Come”. Ce ne parla?” Il mio libro costituisce una raccolta di scritti che narrano del rapporto con la pittura, avvertita come confidente, amica, fonte di forza e di energia. Protagonista è il corpo della donna, un corpo che prende forme vegetali e animali entrando nella sfera del mito.“Progetti futuri?” Dipingo sempre, è così che poi nascono nuovi progetti. In questo periodo sto seguendo la mia mostra “Intimi segni della vita” che sarà visibile fino al 2 dicembre presso il Museo FRaC di Baronissi e le presentazioni del mio libro “Pittura Come”.