di Enzo Sica
E’ stato il suo mentore nei primissimi anni della sua carriera da tecnico e aver ieri mattina appreso della morte di Claudio Tobia, 81 anni, nato a Pescara lo ha alquanto turbato. D’altro canto Enrico Fedele, diesse di grande spessore guarda il calcio sempre con un occhio di riguardo. <Dispiace molto che anche Claudio ci abbia lasciato anche se lo avevo sentito un pò di tempo fa, viveva a Terni e speravo potesse riprendersi>.
Sì e bisogna dire che è stato proprio Enrico a portare sulla panchina della Salernitana, 38 anni fa circa, Tobia allora un tecnico emergente, fresco vincitore del torneo di terza serie con il Catanzaro anche se per un periodo breve di poco più di sette mesi.
<Ricordo che il presidente a Salerno era Peppino Soglia, la pressione della piazza era tanta per cercare di vedere la promozione della Salernitana in serie B ed io da direttore sportivo ingaggiato dalla società granata in quella stagione nella quale anche il presidente onorario Peppino Amato aveva voce in capitolo e mi chiese di portare un ottimo tecnico in panchina mi misi subito in contatto con Claudio riuscì a fargli allenare la Salernitana>.
Impresa ardua visto che la squadra, da anni, in serie C non riusciva a decollare?
<E’ così ma il nuovo tecnico, appunto Tobia accettò di buon grado, con voglia di far bene e ricordo che fu presentato in un teatro cittadino con oltre tremila tifosi entusiasti finalmente di poter rivedere la loro squadra in cadetteria. E avevamo anche ottimi calciatori in squadra per quell’epoca come Bagnato, De Falco, Sciannimanico ed altri ancora che erano il nostro fiore all’occhiello e con Claudio dovevano fare la differenza.
Eppure quella squadra, Fedele, non decollò come tutti si sarebbero aspettato?
<Si, davvero strano tutto ciò perchè Claudio Tobia sapeva mettere in campo bene le squadre che guidava, leggeva bene le partite, aveva dalla sua parte un pubblico eccezionale che, sia al Vestuti che in trasferta non gli faceva mai mancare il suo apporto. Insomma componenti essenziali per poter continuare a vincere>
Come vi aveva chiesto Peppino Soglia che voleva rivedere la vecchia signora del calcio di terza serie come la Salernitana in serie B?
<Certamente si ma quando si parte con il piede sbagliato non si riesce, allora come ora d’altro canto, a risalire la china e dopo appena quattro giornate di campionato, ricordo, dopo la sconfitta di Ischia la piazza cominciò a rumoreggiare e Claudio fu esonerato per far spazio a Roberto Clagluna per cercare di raddrizzare la stagione che era già in parte compromessa>
Poi quel torneo fu vinto se non ricordo male dal Cosenza?
Si abbiamo cercato fino al termine della stagione di rendere la vita difficile ai calabresi ma il Cosenza guidato da Gianni Di Marzio vincendo con un gol di Padovano proprio al Vestuti arrivò in serie B. Un particolare curioso: ricordo che al Vestuti i cosentini arrivarono già in tenuta da gioco. si spogliarono sul pullman che li portò nell’impianto di Piazza Casalbore già in tenuta da gioco. Sul pullman misero la tenuta di gioco per essere già pronti a giocare.
Altri tempi come quelli nei quali ha vissuto una bella figura da calciatore prima e da tecnico poi come Claudio?
<Certamente e devo dire che la sua improvvisa scomparsa mi ha preso alla sprovvista. Non me l’aspettavo, sapevo che viveva a Terni come detto spesso ci sentivamo e si parlava sempre e solo di calcio, del mostro calcio di un tempo.