La mia Sant’Anna ‘ncopp Canalone - Le Cronache
Salerno

La mia Sant’Anna ‘ncopp Canalone

La mia Sant’Anna ‘ncopp Canalone

Mi ricordo da piccolino erano gli anni 70 la festa di Sant’Anna ncopp Canalone, avrò avuto 13 anni. I tempi erano magri la mia una famiglia numerosa con ben otto figlioli e orfano di padre, già lavoravo: iniziavo la mia carriera lavorativa di Salumiere. Il nostro rione Canalone, a quei tempi molto popoloso, fatto di persone umili lavoratrici, eravamo un grande famiglia allargata ci conoscevamo tutti e nella possibilità di ognuno ci si dava una mano; il vallone era sempre ricco di vegetazione e altro, noi ragazzi ci riunivamo per giocare a pallone abbasc’a’ Chiesa dove era la fermata del numero Uno Canalone Vietri Dragonea come lo è tutt’ora.
Negli anni 70 la festa era molto molto sentita e tanto attesa come oggi, tutto il rione si riempiva di luminarie iniziando dalla chiesa fino a sopra Canalone alto ncopp e caprari dove il parroco si raccoglieva in preghiera, noi piccoli eravamo elettrizzati felici contenti pieni di gioia per questi giorni dove si vedeva un rione vogliono gioioso felice, la nostra chiesa retta dai frati Cappuccini erano in tanti molti di essi erano anche importanti nella curia ecclesiale erano professori universitari ne ricordo alcuni padre Valeriano, senza dimenticare gli altri anch’essi molto conosciuti, il parroco d’allora Adriano poi Valerio si davano molto da fare per il rione ed insieme alle figure storiche il Comitato festa I nostri illustri concittadini tra cui don Cominciò, Salvatore o giardiniere , Raffaele o presidente è tanti altri che nel tempo si sono succeduti, il rione tutto dalla via de Renzi e fino a sopra la galleria piazza San Leo era piena di bancarelle di leccornie varie che per i nostri tempi erano golosità attese è gustate in quel periodo era tanta la gioia è la felicità una semplice ma grande grande vita vissuta.
Don Michele o’ Lattaro in quei giorni era molto attivo sempre burbero ma pieno di cose buone i gelati le bibite e altro, i ragazzi dell’orfanotrofio affacciati alla villetta che chiedevano ai passanti la possibilità di avere un gelato lanciavano il loro tesoro le monetine
A qualche passante che dopo sverlo comprato lo lanciava dalla strada su alla villetta immaginate come arrivasse su molte volte c’era bisogno di alcuni lanci erano momenti di vita, la processione era il culmine della festa, i portatori tutti o quasi del rione i nomi sarebbero tanti è alcuni li dimenticherei sicuramente ma il ricordo della Signora Ada della signora Teresa davanti alla statua scortavano i cuscini dove le loro figliole vestite da prima comunione raccoglievano le offerte quelle vere a seconda delle possibilità venivano donate alla Santa, come durante la processione i portatori facevano le fermate previste dal percorso dove veniva offerto loro refrigerio acqua vino birre, l’incalzare dalle salita la discesa e altro la folla il popolo in attesa festante i fuochi d’artificio che venivano fatti esplodere durante il passaggio ogni volta sempre più belli perché fatti con amore e devozione, il rione festante le coperte appese ai balconi la gioia di quei momenti nei loro occhi era visibile emozionante, negli seguenti si è sempre rinnovato questo momento di alta fede e amore per la nostra Santa i vari parroci tra cui l’indimenticabile Bernardino hanno sempre cercato in tutti i modi di mantenere alto l’evento adoperandosi sempre per il meglio per il grande per la devozione alla nostra Mamma Sant’Anna, oggi il nuovo parroco Don Luigi Aversa tra mille difficoltà del momento sta riportando con attività azioni il lustro antico di questa parrocchia del cento storico alto a lui va la mia ammirazione è il mio sostegno come quello di tanti che si adoperano per il rione, tanto ancora si potrebbe raccontare quando la mente inizia a ritornare indietro a ricordare, il mio piacere più grande chi leggerà questo pensiero possa anch’esso ritornare bambino rivivere quei momenti di vita vissuta ripercorrendolo nella sua mente e raccontarlo ai figli i nipoti perché possa essere memoria per il futuro.
Vincenzo Sica