di Francesco La Monica
Nella giornata di ieri, è iniziata la conta dei danni da parte dei titolari degli stabilimenti balneari del litorale salernitano. Diverse le strutture danneggiate dopo la mareggiata, abbattutasi nella giornata di martedì. Un tratto della litoranea Magazzeno è stato addirittura chiuso al traffico per via delle onde alte fino a 5 metri che hanno invaso la sede stradale, rendendo impossibile la circolazione. Ieri gli operai erano intenti nella rimozione di sabbia e pietre, che hanno ricoperto l’intera carreggiata di via Mare Ionio.
A Salerno, oltre al To Beach, il più danneggiato è stato il “Lido” di via Leucosia, come raccontato dal titolare, Lorenzo Moscariello:”I danni, per ora, sono soltanto “visivi”, perchè per renderci conto di quelli economici, bisognerà aspettare che il mare si calmi del tutto. Per ora, posso dire che le pedane, strutturate in legno, non esistono più, e le vetrate sono tutte saltate in aria. La sabbia è arrivata fin sopra l’entrata. Per ora stiamo cercando di rimuovere i detriti, ma più di questo, per ora, non possiamo fare”. Situazione che, a detta di Moscariello, si è già verificata in passato, e che obbliga la chiusura momentanea dello stabilimento:”Già a marzo di quest’anno c’è stata una forte mareggiata che ha ci ha causato danni notevoli. Momentaneamente la struttura è chiusa. Di solito, il sabato sera, si organizza una serata dedicata agli over 50, ma almeno per questa settimana è saltata”. Stessa sorte anche per i titolari dei lidi del litorale magazzeno, che ieri mattina hanno cercato di salvare il salvabile in tutti i modi. Alcune strutture in legno esposte al mare sono state completamente divelte dalla forza delle onde, come detto dal titolare del Lido Azzurro, Aniello Amoroso:”Le onde hanno distrutto le vetrate, allagando totalmente la struttura. Quasi tutti i macchinari sono fuori uso, come ad esempio la vasca idromassaggio del nostro centro benessere. Peggio di così, non si può”. Mare in tempesta che non ha dato scampo neanche al lido “Bagni 33 – PizzAmare”, come riferito dal titolare Nicola Iannone:”Tutte le attrezzature in legno sono state irrimediabilmente danneggiate.
Gli ombrelloni e i lettini posizionati al di sotto della struttura, sono stati trascinati via dalle onde. Le mareggiate, nei mesi autunnali e invernali, si verificano con una certa frequenza, ma quella di ieri è stata paurosa”.
La responsabilità di questa situazione, secondo Iannone, è, manco a dirlo, della politica:”Ormai ci siamo resi conto di essere tornati indietro nel tempo. Noi titolari degli stabilimenti ci siamo abituati a vivere nella “giungla”, perché le attività, che sono in balia delle calamità, non vengono salvaguardate dalle amministrazioni, soprattutto per i tempi biblici della burocrazia. Il compromesso politico è saltato, siamo gli uni contro gli altri, e così facendo ne pagheremo sempre le conseguenze”.
Iannone ha chiesto un intervento delle istituzioni, in accordo con le varie associazioni ambientaliste, per far fronte ai numerosi casi di mare in tempesta che si verificano almeno una decina di volte all’anno:”Negli ultimi tempi , essendo cambiato il livello del mare, le burrasche sono triplicate. Oggi il mare lo teniamo praticamente in casa, ed è difficile difendersi perché non c’è barriera.
Mi auguro che queste associazioni avverse ad ogni progetto di costruzione di una scogliera protettiva, riescano a trovare un compromesso con le istituzioni. Certamente è doveroso salvaguardare l’ambiente, ma ci troviamo in piena evoluzione, e certi concetti vanno attualizzati. C’è bisogno della velocità di esecuzione per risolvere i problemi, ma questo concetto è stato completamente dimenticato da tutte le forze politiche”.
Associazioni ambientaliste sulle quali Iannone ha sollevato dei dubbi di carattere istitutivo e decisionale:”Alcune associazioni no profit, a mio parere create “ad hoc”, hanno presentato delle osservazioni, redatte da tecnici di rilievo, che affermano che la progettazione della scogliera cozza con le ragioni dell’ambiente.
Considerato che questo progetto è già in fase di appalto, con fondi già stanziati, non comprendo il perché non si riesca a trovare un accordo tra politica e associazioni”. Condizione che, secondo Iannone, non aiuta ad avere fiducia nelle istituzioni:”Viste queste cose, noi titolari delle attività, ma prima di tutto cittadini, non possiamo avere fiducia negli organi istituzionali e burocratici, e per sopravvivere, dobbiamo cavarcela da soli”.