di Andrea Pellegrino
Il “modello (fallimentare) Battipaglia” messo in campo dal segretario provinciale del Pd preoccupa l’intera dirigenza dem salernitana. Non è un caso che Nicola Landolfi tenti con tutti i mezzi di gettare acqua sul fuoco, conteggiando i sindaci e le amministrazioni comunali marchiate Pd e tirando la barra dritta fino al prossimo congresso provinciale, quando, tra l’altro, immagina già una sua riconferma. La geografia politica del Partito democratico in provincia di Salerno fa già presagire uno dei rompicapo più complessi. Se a ciò si aggiunge la campagna acquisti messa in campo ormai da mesi il quadro si complica ancora di più. Basti pensare che ci sono comuni in cui il Pd è in maggioranza e all’opposizione ed altri in cui occorre far chiarezza sui sindaci, oggi vicini al progetto De Luca ma osteggiati nella propria aula consiliare proprio dal Pd. Primo obiettivo, dopo aver leccato le ferite su Battipaglia e chiarito il caso della segreteria cittadina, è quello di chiedersi dove si collocherà lo sconfitto Gerardo Motta. Nell’aula consiliare battipagliese, il Pd dovrà dividersi la poltrona tra il candidato della prima ora (Lanaro) e quello della seconda (Motta), con il rischio che – paradossalmente – possa restare anche vacante, se si considera la “civicità” di Lanaro. Più a nord di Battipaglia c’è un comune che merita attenzione in vista delle prossime amministrative. E’ quello di Pontecagnano Faiano, guidato da Ernesto Sica, ex Pdl, oggi centrista con lo sguardo rivolto verso Vincenzo De Luca. Basti pensare che il primo cittadino picentino era sul palco al comizio di Gerardo Motta, quello disertato dal governatore della Campania all’ultimo minuto. A Pontecagnano, tra non molto, Landolfi dovrà sfogliare la margherita e far capire da che parte sta. Non fosse altro che all’opposizione ha una pattuglia consolidata di consiglieri comunali che la scorsa volta si erano proposti come alternativa ad Ernesto Sica. E, a quanto pare, anche stavolta pare abbiano la stessa intenzione. Poi c’è il caso Nocera Inferiore, dove Manlio Torquato ha messo le mani completamente sul Pd. Qui il caso delle Parlamentarie (oggi al vaglio della Procura della Repubblica) ha svuotato il partito che si era collocato inizialmente all’opposizione. Oggi, con la probabile investitura di Torquato, il Pd potrebbe convergere tutto sulla ricandidatura dell’attuale primo cittadino. Ma di casi simili il territorio provinciale è zeppo. Senza considerare la guerra interna a Giffoni Valle Piana, a Roccadaspide i democrat sono divisi in casa. Stessa cosa a Capaccio, dove quattro consiglieri comunali del Pd sono all’opposizione mentre il sindaco Italo Voza, pur mantenendo il vestito di civico, resta a pieno titolo nell’assemblea regionale del Partito democratico. Poi c’è Vallo della Lucania, dove alcuni consiglieri comunali hanno costituito un gruppo Pd all’insaputa del coordinamento cittadino. Insomma, la mappa attuale porterebbe abbastanza fuori strada la dirigenza locale. E qualcuno pare inizi a preoccuparsi. Infine, non è un mistero che Landolfi non abbia stretto grossi rapporti con l’attuale governo cittadino e con quello regionale. Ma Landolfi tranquillizza: «Siamo una grande comunità politica da quando abbiamo deciso di essere il Partito Democratico. Non va tutto come dovrebbe, come nella vita, bisogna saper vincere e bisogna saper perdere. I vasi vuoti fanno solo rumore; noi, invece, non abbiamo mai smesso di lavorare. Abbiamo festeggiato i nostri sindaci, abbiamo ricordato Moro a Sarno e Eboli, abbiamo eletto Direttivo e Segretario a Pellezzano, abbiamo discusso nel circolo di San Severino e con gli amici di Nocera. Ci siamo occupati delle aziende in crisi nella Piana. Nelle prossime settimane saluteremo uno per uno i nostri Sindaci, raccoglieremo le loro istanze per concludere il lavoro programmatico cominciato da tempo. Abbiamo raccolto migliaia di firme per il Referendum e analizzeremo il voto nel Direttivo provinciale. Le chiacchiere stanno a zero. Costruiamo, Noi non ci fermiamo». Intanto un salernitano potrebbe approdare nel comitato d’emergenza del Pd a Napoli. Si tratta di Fulvio Bonavitacola, attuale vicegovernatore della Campania che entrerebbe nell’organismo commissariale in quota De Luca.