La lettera aperta: "Ora basta!" - Le Cronache
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La lettera aperta: “Ora basta!”

La lettera aperta: “Ora basta!”

È forte il grido di allarme di alcuni cittadini cilentani. Si firmano “cittadini perbene” e hanno deciso di affidare ad una lettera aperta le loro rimostranze, puntando il dito contro la classe politica. Secondo i firmatari di quello che è a tutti gli effetti un appello, il territorio Cilento ha straordinarie risorse che non vengono sfruttate come invece si dovrebbe. Risorse per le quali negli scorsi decenni intere famiglie si sono rimboccate le maniche al fine di dare ai loro figli, e dunque a questa generazione, un presente diverso e con minori difficoltà.

Quel lavoro, però, è stato vanificato dalla classe politica che reso il Cilento “da troppi anni oggetto di vessazioni e minacce da parte di un sistema che al bene collettivo antepone l’interesse personale”. Il gruppo di commercianti ed imprenditori del Cilento, che si dicono stanchi di questa situazione protrattasi per troppo tempo, non le manda certo a dire e attacca senza colpo ferire: “Un sistema corrotto e criminale, che vede come protagonisti personaggi che sono stati pluri inquisiti e pluri processati a vario titolo, tra gli altri reati, per giri di tangenti che hanno visto nel ruolo di vittime proprio quanti ancora oggi, hanno contribuito e contribuiscono a rendere sempre più bella e sempre più attrattiva la nostra terra. Personaggi arroganti e prepotenti, che hanno occupato e occupano stanze di potere, addirittura ai vertici dei Corpi della Polizia Municipale, usciti “miracolosamente” indenni, nonostante decine di capi di imputazione gravissimi”.

Le accuse non sono certo leggere e anzi viene molto calcata la mano da parte dei sottoscrittori della lettera aperta. Chi scrive fa ricadere la colpa sulla classe amministrativa, individuando i colpevoli della crisi demografica del Cilento, dell’abbandono dei paesi e del territorio da parte dei giovani, di una crisi economica sempre più forte che nemmeno nei mesi estivi riesce ad avere una svolta concreta.

“Dieci anni e più di indagini delle sezioni ordinarie e Antimafia della Procura di Salerno – scrivono amaramente – non sono serviti a soffocare questo sistema corrotto che tiene sotto ricatto il commercio e l’imprenditoria locale, minandone seriamente il futuro. E non è e non può essere un caso se la gran parte dei reati a carico del protagonista assoluto di questa autentica strategia vessatoria, siano caduti in prescrizione. Anzi, sono stati volutamente fatti cadere in prescrizione. Noi cittadini perbene del Cilento siamo stufi di metterci la faccia e di pagare sulla nostra pelle e su quella delle nostre famiglie il prezzo di battaglie che si sono puntualmente infrante contro un muro di gomma”.

Ci sono, poi, l’affondo finale, le parole più forti e dure, la richiesta ad una nuova classe dirigente di cambiare le cose, di dare una svolta prima che sia troppo tardi: “Se il Cilento rischia di morire, è solo a causa di chi vede e finge di non vedere, di chi sa e finge di non sapere. Chiediamo oggi alla politica onesta e alle autorità tutte di tutelare questa terra e le sue tradizioni. A tutti costoro chiediamo di dare al più presto un segnale di presenza della parte migliore dello Stato, per mettere fine a un sistema che rischia di soffocare una delle più belle terre in Italia e nel mondo”.