Dopo le recenti parole del Sindaco Gianfranco Valiante, i due consiglieri comunali di Baronissi, Livio Maranzano e Agnese Coppola Negri, hanno voluto spiegare le motivazioni della diserzione all’ultimo consiglio comunale. Queste le loro dichiarazioni: “Vogliamo spiegare ai cittadini la realtà dei fatti e le motivazioni che ci hanno indotto ad essere assenti al Consiglio Comunale di giovedì 10. Vogliamo fare chiarezza e dare le corrette informazioni ai cittadini, strumentalizzati nei giorni scorsi da esponenti politici di Baronissi che con le loro dichiarazioni hanno cercato di spostare l’attenzione dal problema reale dell’Amministrazione. Il Sindaco Valiante non ha la maggioranza e nemmeno i numeri minimi indispensabili per un regolare Consiglio Comunale, indispensabile per governare una città”.
Il Sindaco ha usato il canale istituzionale dell’Ente per un’intervista personale, accusatoria e anche di poco stile, in cui ha incolpato solo noi due per il mancato svolgimento del Consiglio Comunale, senza dire ai cittadini che in realtà gli assenti in consiglio comunale non erano 2 bensì erano 10, la minoranza e 5 dei seduti in maggioranza. Se il Sindaco avesse saputo mantenere insieme la sua maggioranza, l’assenza di due consiglieri, come accaduto anche ad inizio mandato, non avrebbe pregiudicato lo svolgimento dei lavori consiliari. Il Sindaco oggi ci accusa strumentalmente perché non accetta una nostra idea di governabilità diversa dalla sua, diversa da ciò che in questi anni è accaduto a Baronissi. Assurdo è che dall’inizio della consiliatura Valiante la scena dell’opposizione è stata occupata non dai consiglieri di opposizione ma dai consiglieri della maggioranza stessa, infatti in questi anni un gruppo di Consiglieri non ha fatto altro che mettere sotto scacco il Sindaco attraverso la redazione di documenti contro di lui. Vi sembra normale il fatto che alcuni consiglieri per comunicare con il proprio Sindaco debbano mettere nero su bianco? A noi no. Infatti noi abbiamo liberamente scelto di non firmare quei documenti, preferendo il dialogo come si fa tra persone che non hanno bisogno di garanzie, come si fa tra persone che sanno guardarsi negli occhi, come si fa tra persone onorabili. Ovviamente per questa nostra scelta, evidentemente scomoda per qualcuno, abbiamo subito ostruzionismo e non siamo stati messi in condizioni come gli altri di lavorare per la nostra città. Questo continuo astio non ha consentito alla maggioranza di lavorare in un clima di serenità ed armonia fino a portare alla rottura definitiva tra il Sindaco e ben tre consiglieri comunali Cosimato, Notari e De Simone, ed è allora che il Sindaco perde la maggioranza tanto è vero che si vede costretto, pur di continuare il mandato, a fare un appello di sostegno in Consiglio Comunale. È in questa fase, quella degli ultimi sei mesi, che le sue imposizioni ed il rapporto logoratosi negli anni a causa dei continue frizioni, hanno prodotto rotture ed allontanamenti da parte di consiglieri ed assessori. La figura del Sindaco è stata ridimensionata non da noi ma da gli artefici di quei documenti, da coloro che lo hanno criticato con i cittadini e che oggi ne sono i principali sostenitori. Come mai queste persone hanno cambiato idea improvvisamente? Quali sono le reali motivazioni?
Arriviamo al 27 novembre 2018 quando una telefonata del Sindaco ci convoca di prima mattina al Comune. Come noi anche altri. Al nostro arrivo ci venne sottoposto l’ennesimo documento da firmare, già preconfezionato, con il quale ci veniva imposta la riconferma della leadership di Gianfranco Valiante come candidato sindaco alle prossime elezioni, senza la possibilità di aprire una discussione democratica. Tutto questo mentre ai cittadini a mezzo stampa Il Sindaco dichiarava di essere pronto a far un passo indietro sulla sua candidatura. Può un Sindaco che rappresenta la massima istituzione cittadina negare qualsivoglia discussione su un tema così importante? Noi, così come altri, quel documento non lo abbiamo firmato! Come può oggi il Sindaco affermare di non avere avuto sentore di un nostro dissenso? Già nel maggio scorso in una riunione di maggioranza, si imponeva come candidato a sindaco e i sottoscritti e diversi altri tra consiglieri ed assessori si dichiararono contrari”.
Emanuele Landi