La festa degli infermieri, Cerrone: troppe disuguaglianze - Le Cronache
Attualità

La festa degli infermieri, Cerrone: troppe disuguaglianze

La festa degli infermieri, Cerrone: troppe disuguaglianze

Di Andrea Orza

 

 

Si è festeggiata la “Giornata Internazionale dell’infermiere”. Nessuna celebrazione carnevalesca, la parodia dell’assistenze sanitario “subalterno” dopo l’emergenza Covid-19 viene a stonare con il contributo eroico stato dato da chi è parte della categoria. Mario Cerrone, infermiere professionista, sollecita alacremente a riflette sull’ingiustizia sociale oltre che salariale che colpisce tanti giovani infermieri.

 Per prima cosa, quali buone notizie per i prossimi laureandi?

 “Le scienze infermieristiche, stanno trasformandosi oggi a garanzia di nuovi sbocchi professionali. Dall’emergenza Covid-19 sono emerse complessità che seppur in un primo momento inconciliabili con le tecnologie del sistema sanitario, nei mesi (adesso anni) a seguire hanno promosso soluzioni imprevedibili. Recenti raccolte dati hanno rapportato che a rappresentare la maggioranza nelle strutture sanitarie (anche se lieve, 59%) sono gli infermieri. Attualmente vengono fatti considerevoli passi avanti, a livello teorico- accademico ho reputato equo introdurre uno sbarramento “a numero chiuso”. La preselezione limiterà il numero e migliorerà l’abilità del singolo infermiere.”Oltre ai tre anni di università, i nuovi percorsi formativi, al di là della stagione del tirocinio, offrono master e specializzazioni che confermano come oggi, si sia strutturato un sapere più inclusivo di queste scienze.”

 

Quale torto viene ancora commesso ai danni della categoria?

 

 

“E qui veniamo al nocciolo della questione. È opinione diffusa che l’infermiere abbia un ruolo gregario. Lo stereotipo dell’assistenze subordinato, assimilabile a colui

il quale sbriga la “faccenda igienica”. L’importanza dell’infermiere in reparto è inequivocabile, la sua presenza è continua seguendo come il medico gli orari di turnazione diurna e notturna. Non è solo un’opinione personale ma una falla nel sistema di attribuzione delle competenze. In parte, dopo la pandemia globale molte cose prenderanno una piega più realistica e forse anche meno meschina. La collaborazione tra infermiere e medico è migliorata a livello contrattuale c’è tanto lavoro da fare.”