di Erika Noschese
Quattordici anni senza giustizia, senza verità. Quattordici anni senza Angelo Vassallo, senza quel sindaco pescatore che ha saputo imporsi, forse per evitare che la malavita si infiltrasse nel suo territorio. Quattordici anni di una Pollica più sola, di un Cilento che oggi non sembra più in grado di opporsi al sistema. C’è una politica che oggi fatica a guardare in faccia la verità, tanto da scegliere di non presentarsi a quella cerimonia che ogni anno organizza l’amministrazione comunale. Grandi assenti erano la Provincia di Salerno e l’Unione dei Comuni Paestum- Alto Cilento. Enti che, cosa nota, hanno la stessa identità politica. Fasce tricolori che avevano il sacrosanto diritto di presenziare per tenere viva la memoria di un uomo (ancor prima che un sindaco) che, per amore della sua comunità, ha perso la vita. E no, non è un eroe. O almeno non mi è mai imposto come tale. Era, banalmente, un amministratore serio, innamorato della sua terra. Merce rara oggi per un sistema sempre più infiltrato che fa degli enti non più la “cosa” pubblica ma privata, arrogandosi il diritto di scegliere per tutti in un Paese democratico sì ma, a quanto pare, solo su carta. In una forma astratta che oggi lascia il tempo che trova.
Angelo oggi vive nei ricordi dei tanti anziani di Pollica, dei tanti cittadini che hanno avuto l’onore di conoscerlo, di incontrarlo, di averlo come sindaco ma, caso strano, non vive (o almeno non più) nel ricordo degli amministratori del territorio che hanno quasi deciso di mettere all’angolo il suo esempio, nonostante il lavoro costante e quotidiano che l’associazione “Angelo Vassallo sindaco Pescatore” porta avanti grazie a Dario, fratello di Angelo e presidente dell’ente no profit. Così, a pochi giorni dal quattordicesimo anniversario l’amara scoperta: La Grande Onda, baluardo di libertà, legalità e speranza, costruita da uomini e donne venuti anche da altre regioni come la Puglia, dalla città di Manfredonia, e da più parti della Campania, spazzata via dall’orizzonte. «Non avremmo mai immaginato, 14 anni fa, che i peggiori nemici di Angelo si sarebbero rivelati proprio coloro che oggi amministrano il Comune che lui ha amato e difeso con tutte le sue forze, fino a perdere addirittura la vita», ha detto Dario Vassallo all’indomani dell’amara scoperta. Poco chiare le motivazioni ma, del resto, a chi mai interessano. Conta l’azione: l’Onda, simbolo del lavoro di Angelo, della sua presenza, del suo sacrificio, non c’è più e sterili sono le polemiche e i tentativi di giustificare ciò che non può essere giustificato. Tra i tanti aspetti che oggi preoccupano l’opinione pubblica c’è, forse, quello più importante: l’assassino del sindaco Pescatore è ancora a piede libero. Le indagini vanno avanti da quel 5 settembre 2010, senza escludere nessuna pista: dagli intrecci tra mafie ed attività affaristiche che interesserebbero il territorio cilentano, all’ambiente dello spaccio di droga che ha visto Vassallo combattere in prima linea per evitare che il suo territorio diventasse terra di spaccio, alla denuncia fatta dal sindaco circa “strade fantasma”, appalti pagati e lavori mai eseguiti.
Dalla morte di Vassallo numerose iniziative in sua memoria si sono succedute in tutta Italia e, tra le tante, ricordiamo il gemellaggio tra le città di Pollica e Bologna; nel 2012 viene dedicata alla memoria del sindaco una piazza nella cittadina di Pistoia. Solaris Media e Rai Fiction hanno realizzato un film su Angelo Vassallo, “Il sindaco pescatore”, trasmesso dalla Rai nel mese di febbraio 2016; lo scalo del porto di Acciaroli è stato intitolato ad Angelo Vassallo; nel 2013 è stata inaugurata ad Albori, all’interno dell’Accademia “A. Pirpan”, l’Aula della legalità Angelo Vassallo. Alla prima visione in Rai del film “il sindaco pescatore”, nel febbraio 2016, è seguito anche lo spettacolo teatrale, un monologo dell’attore Ettore Bassi. Tante le iniziative, impossibile citarle tutte, ma se questo è il rispetto che le fasce tricolore hanno riservato al sindaco Pescatore allora possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che non basta. Non basta perché oggi più che mai dobbiamo chiedere ancora giustizia e verità per Angelo. Bisogna far sì che chi si è macchiato di questo crimine orrendo paghi, con pene severe. Dobbiamo far sì che Pollica non smetta mai di ricordare quel sindaco che ha cambiato il modo di fare politica, di vivere la politica, di mettere le istituzioni al servizio dei cittadini. E allora, chiedo agli amministratori del territorio, a quei sindaci che hanno scelto di nascondere la polvere sotto al tappeto, a quegli amministratori che hanno volutamente scelto di non presentarsi alla manifestazione (e questo va al di là delle polemiche tra il sindaco Pisani e l’associazione) di vergognarsi. Di vergognarsi profondamente perchè il loro dovere è operare seguendo l’insegnamento di Angelo e non di permettere al sistema di marcire questo territorio, di andare avanti nella logica del poltronificio. E allora, grazie Angelo per aver sacrificato la tua vita nel nome dell’onestà, dell’amore per la tua comunità e per quella gente che non ti ha mai dimenticato. Grazie Angelo per aver provato ad inculcare in questi territori il seme della buona politica, quella trasparente, del merito, del rispetto per la fascia che si indossa che, lo ricordiamo, non è ornamentale ma è un giuramento fatto al popolo e che oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, finisce nel dimenticatoio. Senza rispetto alcuno. Verità e giustizia per Angelo Vassallo!