di Erika Noschese
La lista Terra Libera scende in campo a sostegno della candidata sindaca Simona Libera Scocozza. Si tratta della civica del partito di Rifondazione Comunista che, dopo un serrato dialogo interno, ha deciso di non rinunciare alla tornata elettorale e di dare il suo contributo alla cittadinanza. Tra i candidati al consiglio comunale l’avvocato Vincenzo Benvenuto, segretario cittadino di Rifondazione Comunista che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, parla di Terra Libera e del sostegno alla candidata Scocozza che vede in coalizione anche Attivisti per Salerno e ConSensoCivico. Allora, Vincenzo, l’ulteriore lista che sostiene l’avvocata Scocozza ha preso finalmente vita. “In verità, questa lista è stata viva fin dal primo istante. Sin dal momento in cui, cioè, nella sede di Rifondazione Comunista, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo convenuto che l’asfittico dibattito salernitano reclamava la nostra presenza”. Un’altra lista di sinistra, quindi. “A parte che ne vedo poche di liste di sinistra, almeno rispetto a quelle annunciate in partenza. Ma poi, sinceramente, più che un’altra lista di sinistra, siamo la prima e la sola lista comunista”. La falce e martello che campeggia nel simbolo. Ma ce n’era davvero bisogno? “Estremamente bisogno. Il termine sinistra è, ormai, abusato. È diventato, ahimè, un contenitore che si adatta a ogni contenuto: ci sarebbe, infatti, addirittura una sinistra della destra, pensa un po’ te”. Solo una questione terminologica, quindi? “Assolutamente no. Dopo la caduta del Muro, troppi di noi ci siamo mostrati indifesi di fronte al dilagare irrazionale e pervasivo dell’equazione “comunismo=male assoluto”. Abbiamo agito come chi volesse giudicare il cattolicesimo dalla prospettiva dei roghi dell’Inquisizione. In altri termini, abbiamo ridotto il glorioso comunismo delle conquiste sociali, dell’emancipazione, dell’affrancazione dalla povertà e dallo sfruttamento, alla degenerazione e al tradimento del comunismo stesso. Ora è il momento dell’orgoglio per noi comunisti. E credimi, basta vedere le nuove sfide nazionali e mondiali lanciate alla nostra umanità, non ultima la pandemia, per capire quanto bisogno ci sia di una risposta autenticamente comunista”. Torniamo alla dimensione locale. Quali novità porta la lista “Terra Libera” nello scacchiere salernitano? “In una parola, la voglia di riscatto. Vogliamo che quell’ascensore sociale, da circa trent’anni inchiavardato al piano terra del privilegio e del “figlio di”, venga finalmente lasciato libero di salire al piano che le nostre capacità e la nostra abnegazione si meritano. Vogliamo rinnegare la logica dispendiosa (in termini economici, ambientali, etc.) dell’ “inaugurazione permanente” a tutto vantaggio del ripristino intelligente e accurato di quello che già si ha. Stamattina, ad esempio, sono stato con la mia famiglia al parco Mercatello: un parco bellissimo quando è nato, lasciato nel più totale abbandono adesso. Perché? Elementare, Watson: la manutenzione non porta voti né pubblicità. Ma potrei continuare con la piazza di Giovi Bottiglieri, ad esempio”. Ecco, la parola magica: Giovi, vuole essere la sua realtà di riferimento? “Indubbiamente ho cercato di rendere forte la presenza, in questa lista, dell’elemento giovese. Oltre alla mia candidatura, infatti, ho premuto affinché ce ne fossero altre due, nello specifico una giovanissima studentessa salernitana e blogger letteraria di talento, e una giovane imprenditrice agricola. Ma, si badi bene, io mi candido come consigliere dell’intera città, e non di una parte, per dare voce a quelle che mi piace definire le “periferie dell’impero”: Giovi e le frazioni alte, sicuramente, dove manca anche il necessario (una postazione Atm, una guardiania medica, la manutenzione viaria, la cura del verde, etc.) ma pure i tanti quartieri abbandonati al loro triste destino dalla amministrazione “centripeta” della nostra città”. A proposito di Giovi, com’è quella storia di Nusco che ama raccontare? “Ah, sì. Premetto che il riferimento è lontano mille miglia, ovviamente, dalle mie simpatie politiche. Premesso ciò, si racconta che ai tempi gloriosi di De Mita, ogni politico che si affacciasse alle porte di Nusco, veniva cacciato in malo modo dai suoi stessi concittadini: “Ma come, noi abbiamo Ciriaco qui che ci governa da signori, e voi volete venire a parlare di politica a Nusco?” Ecco, io vorrei che in particolare a Giovi, se riuscissi a diventare consigliere di una municipalità retta dall’ottima Simona (Scocozza, ndr), operassi a tal punto bene da far scappare a gambe levate gli altri competitores”. E quindi come intende il suo ruolo di consigliere comunale? “Molto francamente, un consigliere che persegue la via del “non disturbare il manovratore”, del “momento giusto per”, è un consigliere che non serve. Per dirla con Socrate, il consigliere dev’essere il “tafano che punzecchia la vecchia cavalla”: un rompiscatole impertinente, cioè, come il tafano, che deve a ogni piè sospinto mettersi di traverso al potere costituito. E questo non per il gusto di dare fastidio fine a sé stesso, ma proprio per sollecitare le risposte dell’amministrazione ai bisogni dei concittadini”. E su Simona Libera Scocozza, qual è il suo giudizio al di là del politichese di convenienza? “Al politichese di convenienza si ricorre quando bisogna edulcorare una realtà più o meno amara. Proprio per questo, per quanto riguarda la nostra candidata sindaca, non vi posso attingere: Simona, infatti, unisce due prerogative che difficilmente albergano insieme nell’animo umano, l’umiltà e la competenza. Senza contare una spiccata sensibilità che la rende la persona più adatta a rappresentare la nostra coalizione. Insomma per chi, come me, la conosceva solo professionalmente, una gran bella scoperta”. Per concludere, chiedo allo scrittore Vincenzo Benvenuto un titolo per un immaginario libro sulla Salerno che vorrebbe contribuire ad amministare. “La città circolatoria”. Ci spieghi… “Circolatorio” nel senso di afferente alla circolazione sanguigna. Come il sangue raggiunge anche l’ultimo, insignificante capillare, allo stesso modo la buona amministrazione deve arrivare anche nel più sperduto avamposto di frontiera”.