La Cittadella Giudiziaria rischia di finire come la Stazione Marittima.
Sembra proprio non ci sia verso di riuscire a portare a termine un’opera pubblica a Salerno. Le amministrazioni pubbliche, enti appaltanti, che non pagano, strozzando in questo modo le ditte esecutrici dei lavori, rappresentano in questo momento il maggiore ostacolo tra le opere ed il loro compimento. Al momento, oltre i 30 milioni di euro che servirebbero (e che non si sa dove reperire) per completare (con le altre tre palazzine) l’intera maestosa struttura ideata dall’architetto inglese David Chipperfield, ci sono i primi tre edifici dell’immenso comprensorio di via Dalmazia da ultimare. Secondo le stime del sindaco di Salerno, Vincenzo DeLuca, i lavori, almeno per questa parte, dovrebbero essere terminati entro la prossima estate, come confermato anche dal presidente della Corte d’Appello, Matteo Casale, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013. Una consegna, però, nella quale nemmeno gli ambienti giudiziari salernitani sembrano credere molto visto che, solo pochi giorni fa, sono stati acquistati nuovi arredi per quella che è la vecchia, gloriosa e storica sede del Tribunale di Salerno. E sembra che sia proprio qui il nodo della questione. Da tempo, l’Ati che si sta occupando della realizzazione della Cittadella giudiziaria di Salerno, composta dal consorzio Soledil e dalla Sieme impianti, lamenta ritardi nei pagamenti delle risorse da parte dell’Amministrazione comunale di Salerno che ha commissionato l’opera. Una storia già sentita, già vissuta, e che ha mietuto una vittima: la Stazione Marittima e la Passarelli spa che un mese fa, a causa dei ritardi nei pagamenti degli stati di avanzamento lavori da parte dell’Ente, ha ritirato i propri operai dal cantiere giù al Molo Manfredi fino a che non gli verrà restituita la somma anticipata. E la stessa strada potrebbe essere intrapresa anche dai colleghi imprenditori che, grazie al lavoro delle loro maestranze, stanno tirando su la nuova casa giudiziaria. Infatti, anche il consorzio Soledil potrebbe decidere, se le cose dovessero rimanere in questo modo, di prendere operai e attrezzi e battere in ritirata fin quando le risorse non saranno erogate. Le imprese private che lavorano ad un’opera pubblica sono praticamente costrette a pagare di tasca propria gli interventi di realizzazione, nella speranza e nell’attesa che gli enti committenti, eroghino i fondi di propria competenza. Dunque, quella che, allo stato, insieme al PalaSalerno, è probabilmente l’opera ancora incompiuta maggiormente datata, rischia di trascinarsi ancora per lungo tempo, immobile nella sua incompletezza.
Probabilmente per evitare che questo accada ci vorrà una magia: più che l’architetto David Chipperfield, servirà la discesa in campo dell’illusionista David Copperfield.