Italo Cirielli: povertà e delinquenza sono poco presenti a Cava - Le Cronache
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Italo Cirielli: povertà e delinquenza sono poco presenti a Cava

Italo Cirielli: povertà e delinquenza sono poco presenti a Cava

Questa volta ad essere intervistato è il consigliere Italo Giuseppe Cirielli De Mola del Comune di Cava Dè Tirreni il quale ci raffigurerà la situazione in cui versa il territorio di Baronissi attualmente riguardo alla deliquenza e alla criminalità.
Sono sempre più i fenomeni criminali che si affacciano sui vari territori come, ad esempio, ragazzi che camminano per strada con coltelli, pistole come se tutto fosse permesso, ciò per voi è la causa di quale ulteriore fenomeno?
E come bisogna intervenire nei casi sopraindicati per salvaguardare efficientemente il territorio?
«Purtroppo, il fenomeno dai lei accennato nell’ultimo periodo ha subito una brusca impennata. Ricercarne le cause è un lavoro titanico e sicuramente un sociologo saprebbe meglio di me dare risposta a ciò. Però proverò a dare la mia opinione sul fenomeno, che trova maggiore vigore soprattutto nelle zone più povere della nostra nazione. Io ritengo che le cause principali siano, tendenzialmente, tre: la prima, di carattere principalmente etico, morale e culturale, riguarda una perdurante tendenza all’individualismo e al disfattismo che ha ormai preso piede in tutto l’occidente dal 1968; la seconda, invece, risiede in un doppio fenomeno, da una parte la mancanza di opportunità e l’immobilismo della scala mobile sociale; l’ultimo punto, infine, riguarda congiuntamente, l’assenza dello stato e la poco fiducia generalizzata dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Tutto ciò porta i nostri giovani, a non avere motivazioni, ad essere apatici, senza nessun riferimento sociale (famiglia e stato), condizionati da informazioni fuorvianti, alla ricerca di una via facile che li smuovi dall’apatia che generalmente li caratterizza. Questa è la mia idea sul contesto che ha generato questa esplosione di delinquenza e violenza nelle generazioni più giovani, a cui si aggiunge il dramma dei suicidi e della depressione, che sono un’altra faccia della stessa medaglia. Naturalmente, invertire questa tendenza è lavoro non semplice, anzi. A mio pare la prima cosa che si dovrebbe fare è aumentare la presenza dello stato, attraverso un più poderoso intervento delle forze dell’ordine in materia di sicurezza e un potenziamento dell’istruzione, con una maggiore attenzione anche all’educazione civica, come strumento per invertire la tendenza culturale, morale e etica che caratterizza la nostra società».
Quanto importanti sono le associazioni del territorio e una loro eventuale cooperazione in vista di una sensibilizzazione maggiore nelle scuole e vari centri in cui ci sono giovani?
«Sicuramente, le varie associazioni presenti sul territorio, a partire da quelle cattoliche, fra mille difficolta provano a sopperire, soprattutto nelle zone meno agiate, alle mancanze dello stato. A loro va un plauso, per l’impegno e la dedizione che offrono al territorio, la loro azione ha un significato e un’utilità importante; naturalmente l’auspicio è che tale presenza nel futuro, come detto, soprattutto nelle zone disagiate diventi solo corollari rispento alla presenza dello stato, non in sostituzione dello stesso, ma in accompagnamento al suo agire».
Da consigliere di minoranza del Comune di cava de Tirreni lei pensa che si possa intervenire sul territorio ulteriormente dando una maggiore scossa per destabilizzare questa delinquenza che cerca di dominare e influenzare con la loro mentalità altri adolescenti innescando a sua volta la creazione di gruppi incontrollabili?
«Naturalmente, la realtà in cui opero è una terra felix, in cui la delinquenza e la povertà sono meno diffuse rispetto ad altre realtà. Ma anche noi abbiamo i nostri problemi, soprattutto notturni. Legati ad una movida selvaggia, caratterizzata, esclusivamente, da alcol e droga. Come gruppo di opposizione, e più in generale come partito, abbiamo chiesto un incontro con il prefetto per chiedere che ci sia maggiore attenzione al fenomeno, prevedendo anche un coordinamento interforze che assicuri una maggiore sicurezza e presenza dello stato, per evitare che la situazione degeneri, come, purtroppo, in certe situazioni è già accaduto».
Vari sono stati gli interventi da parte della Dia su questo territorio negli anni precedenti, tra cui il blitz avvenuto nel Settembre del 2018 in cui vennero eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo camorristico, associazione semplice, usura pluriaggravata, estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione finalizzata alla vendita e cessione di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi da sparo. Secondo lei ad oggi è possibile dire che si è verificato un cambio d’aria sul territorio e quali sono le misure che devono essere apportate affinché si eviti che vi siano tali infiltrazioni sui vari territori?
«Questa domanda ha portato alla mente una pagina nera della storia della mia città. Come detto in risposta alla precedente domanda, Cava de’ Tirreni, rispetto alle città limitrofe, e sempre stata caratterizzata da una minore delinquenza organizzata e no. Ho detto apposta minore, perché purtroppo anche noi abbiamo avuto e, ancora, abbiamo i nostri problemi. Quel tipo di delinquenza e poco percepita nella nostra città, ma comunque, sotto la cenere, cova ancora la fiamma. Per evitare che possano riaccadere cose del genere sul nostro territorio, importante e creare un ambiente positivo, in cui trovare lavoro non sia cosa difficile, in cui gli intrattenenti (culturali, sportivi e mondani) sani siano accessibili a tutti. Sicuramente una delle cose che bisogna fare è investire di più e meglio nello sport, a mio parere lo strumento migliore per evitare che i giovani scelgano la via della criminalità».
Nicola Celentano