L'incontro professionale tra Ivano Santoro e Luca Iovine - Le Cronache Salerno

Ivano Santoro e Luca Iovine sono due imprenditori salernitani che hanno fatto del loro cammino un esempio di determinazione, passione e trasformazione. Sono entrambi partiti da zero con una cassetta degli attrezzi fatta di duro lavoro, talento e creatività. Le loro strade si sono incrociate un anno fa in un percorso che ha portato non solo alla crescita delle rispettive attività, ma anche a una profonda amicizia e collaborazione. Come è nata la vostra collaborazione? Santoro: La nostra collaborazione è nata in un momento di svolta per la mia azienda. Avevo bisogno di rinnovare i processi aziendali e migliorare il clima e la cultura aziendale. Ho conosciuto Luca Iovine nel 2023 ed ho subito capito che aveva la giusta visione e le competenze per aiutarmi a raggiungere i miei obiettivi. Iovine: Esattamente. Ivano è un combattente e sin da subito abbiamo condiviso la stessa passione per il lavoro e la stessa visione sui principi fondamentali per condurre un’azienda: dedizione, sacrificio, voglia di crescere e fare la differenza. Ivano non si ferma mai, vuole migliorarsi, crescere e vive per la sua azienda che ha creato insieme al fratello Ernesto, esattamente come è successo a me con mio fratello Daniele. Avete recentemente condiviso un video sui social della US Salernitana che ha ottenuto un grande successo. Cosa volevate comunicare attraverso questo video? Santoro: Volevamo condividere con il pubblico la nostra esperienza e la nostra visione, entrambi crediamo nel miglioramento continuo che è possibile attraverso la collaborazione e l’impegno costante. Iovine: Esatto e volevamo ispirare altri imprenditori a investire nelle relazioni e a credere nel potenziale del proprio team. Le aziende sono learning organization, organismi che imparano e che devono dedicare più attenzione ai segnali che provengono dall’interno e dall’esterno, per definire adeguati percorsi di crescita. Come qualche tifoso ha osservato sui social la US Salernitana quest’anno ha arrestato il suo percorso di miglioramento, anzi c’è stato un tracollo, come mai? Santoro: nello sport c’è una componente di imprevedibilità maggiore rispetto ad altri tipi di attività. Non vivo dall’interno le dinamiche della società US Salernitana e quelle dello spogliatoio granata, ma da quello che ha dichiarato, pubblicamente, il presidente Danilo Iervolino, sono state fatte delle scelte sbagliate. Iovine: Può capitare nello sport una stagione storta; quest’anno non c’è stata adeguata connessione tra proprietà, management e squadra; inoltre è venuta meno l’osmosi con le energie migliori della città. Su cosa dovrebbe puntare Salerno per crescere come città? Santoro: Sono orgogliosamente salernitano e credo che la nostra città abbia un grande potenziale ancora inesplorato. Dovrebbe puntare ancora di più sui suoi giovani, sulla sua storia e sulle sue tradizioni culturali. Iovine: Salerno potrebbe essere un modello di transizione ecologica. La Dieta Mediterranea, la Scuola Medica Salernitana, che è stata un faro di conoscenza nel passato, potrebbe esserlo ancora oggi, anche per il tessuto economico e sociale cittadino. La città del benessere. Quali sono i vostri progetti futuri imprenditoriali e quali visioni avete per il futuro di Salerno? Santoro: Sto lavorando su diversi progetti volti a promuovere anche lo sviluppo turistico e culturale della città che comunque ha già un brand forte. Vorrei che un giorno dire di essere un’azienda di Salerno fosse immediatamente sinonimo di qualità, sostenibilità, simpatia. Iovine: Sono impegnato nella costruzione di un ponte di Bellezza con l’Alto Adige che è un ponte culturale. Se noi imparassimo dagli altoatesini il loro modello e riuscissimo a importare qui la cura e l’amore per il territorio, diventeremmo una città più vivibile, più sostenibile, più ricca. Credo che il futuro della città sia legato alla sua capacità di sviluppare il senso di appartenenza ed il legame con i suoi giovani. Santoro: e questo attirerebbe altri talenti ed investimenti. Salerno ha tutto per diventare un centro di eccellenza, deve solo valorizzare ancora di più le sue risorse umane, naturali e culturali.