di Andrea Pellegrino
Una diffida al ministero per bloccare il tavolo tecnico sul Crescent e una richiesta di chiarimenti sulle interlocuzioni del sindaco De Luca con i vertici del Mibac. Italia Nostra e No Crescent hanno messo in campo le loro mosse all’indomani del preavviso di diniego all’autorizzazione paesaggistica sul comparto Pua di Santa Teresa (Crescent e Piazza della Libertà) a firma di Gennaro Miccio e recapitata la scorsa settimana a Palazzo di Città. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, hanno mostrato la loro diffida invitata all’attenzione del Ministero dei Beni Culturali Dario Franceschini ed anche alla Procura della Repubblica, all’attenzione dei pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti che indagano sul Crescent. Dunque, per il comitato e per l’associazione ambientalista, «il tavolo tecnico promosso da Gennaro Miccio non può essere costituto, perché non esiste una simile soluzione», spiega Raffaella Di Leo – presidente della sezione salernitana di Italia Nostra. «Il Soprintendente – sottolinea, invece, Pierluigi Morena, presidente del No Crescent – è l’unico organo competente alla gestione del vincolo paesaggistico. La costituzione di un tavolo tecnico non trova alcun riscontro nell’ordinamento di settore». Ed ancora, incalza Morena: «Non comprendo per quali motivi il segretario generale (del Ministero, ndr), tenti di superare i motivi ostativi rappresentanti dal Soprintendente. E non si comprende per quale ragione il segretariato generale ha autorizzato la soprintendenza ad aderire alla formazione di un tavolo tecnico». Ma se mai tavolo tecnico ci sarà, annuncia invece l’architetto Vincenzo Strianese, «noi faremo la nostra parte. Perché siamo parte attiva di tutti i procedimenti, anche se molte volte non viene considerato questo particolare. Fermo restano che il tavolo tecnico per noi non ha alcun motivo di esistere». Ma agli occhi di Italia Nostra e No Crescent non sono passate inosservate anche le “interlocuzioni” del sindaco De Luca con il Ministero, evidenziate dallo stesso Miccio nel preavviso di diniego. «Una “stranezza” – dice Morena – che sottoponiamo anche all’attenzione della Procura di Salerno. Abbiamo appreso – prosegue – che il sindaco di Salerno, sin dal 2008/2009 e da ultimo con nota del 20 giugno 2014 abbia delle “interlocuzioni” con gli uffici ministeriali. Riteniamo che il sindaco, in materia paesaggistica, non abbia alcuna competenza. Tale circostanza è ancor più grave se si considera che il sindaco De Luca, in uno all’ex soprintendente Zampino, è sottoposto ad indagini penali nell’ambito di questo intervento urbanistico». Non resta che l’abbattimento, per la Di Leo che propone: «Un concorso d’idee per riqualificare l’area di Santa Teresa. Perché ora la cementificazione ha fatto più danni rispetto al preesistente». Ma senza archistar, incalza Strianese: «E’ tempo che anche gli ordini professionali di Salerno facciano la loro parte. Non abbiamo più bisogno di archistar ci occorrono invece professionisti anche del posto per riqualificare quella zona». Ancora il Fusandola, con la Di Leo che dice: «Sostanzialmente il Soprintendente ha recepito tutte le nostre istanze e preoccupazioni, già avanzate negli anni scorsi». E quanto al fiume intubato e deviato il geologo Alberto Alfinito sostiene che «Miccio finalmente ha scoperto che esiste il Fusandola, quel fiume che provocò morte e distruzione nel ’54. Io inviterei il Comune a spendere più soldi per la Protezione Civile invece di deviare i fiumi». Infine sulla clausola di salvaguardia (ossia quella che permetterebbe all’impresa di ricevere i danni se l’opera non dovesse proseguire): «Anche in questo caso – dice Morena – attendiamo risposte dalla Procura. Abbiamo presentato un esposto su questo aspetto contrattuale assurdo e crediamo che l’autorità giudiziaria chiarisca anche questo. E’ per noi una clausola fuori dal mondo del diritto. Tant’è che la società appaltatrice del Crescent su questo fronte è ancora ferma. C’è tanto da chiarire».