di Antonio Manzo
È nel cuore della zona industriale di Salerno che matura una buona notizia: un industriale accusato di evasione paga il fisco per diversi milioni di lire, salva l’azienda di cento e passa dipendenti ed evita la gogna mediatica con una inchiesta penale, controlli della Guardia di Finanza, e senza arresto che pure poteva scattare in considerazione della ingente somma che aveva determinato un sequestro preventivo per equivalente finalizzati alla confisca per un totale di quasi 1 milione di euro. L’azienda è la Real Sud di Clemente Rispoli, leader nel settore della distribuzione di ricambi e pneumatici per auto e autocarri. Tutto comincia nel 2023 quando la Procura della Repubblica, pm Francesco Rotondo ordina alla Guardia di Finanza l’esecuzione del decreto di sequestro emesso dal gip Gerardina Romaniello. Si tratta di omessi versamenti dell’Iva, crediti d’imposta inesistenti contestati e non spettanti, utilizzo indebito di crediti d’imposta in compensazione riferiti a vari periodi fiscali. Non c’è da discutere molto con Procura ed Agenzia delle Entrate e con questo tipo di accertamenti. Clemente Rispoli decide di sanare le violazioni tributarie con rate che vengono pagate con largo anticipo rispetto alla data di scadenza. In quel periodo Clemente Rispoli intendeva completare l’investimento per acquisire la Salernitana da Danilo Iervolino, l’operazione tuttavia non va a buon fine per scarsa collaborazione finanziaria tempestiva dei soci individuati per l’operazione finanziaria. In periodi di legge di bilancio lo Stato è sempre a caccia di somme ed il contrasto all’evasione fiscale torna sempre d’attualità, nonché principale fonte di “nuove” entrate. Nello scorso anno sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria violazioni penali tributarie a carico di 14.045 persone, di cui 290 arrestate. Numeri importanti se si considera il minimo storico di arresti del 2016 (99) ed il picco massimo raggiunto nel 2021 (411). <No ad uno Stato di polizia tributaria, sì ad un fisco più giusto> dice commentando i dati l’ufficio studi CGIA di Mestre. Da registrare è l’inversione di tendenza sull’accertamento dei reati fiscali che, in un arco di tempo di neppure un lustro muta: meno manette più ravvedimenti operosi a pagare le tasse evase. <Noi abbiamo ottenuto due effetti assolutamente rilevanti e positivi – dice Clemente Rispoli che intende onorare il lascito aziendale del papà costruito da una officina di Mercatello- Il primo effetto positivo è per l’Agenzia delle Entrate di anticipare l’incasso delle somme rispetto alle scadenze previste nel piano di rateizzazione. Il secondo indurre la mia difesa in sede penale a formalizzare la rinuncia al Riesame del provvedimento di sequestro non essendoci alcun interesse al prosieguo>. Clemente Rispoli affida queste considerazioni e motivazioni ai suoi avvocati difensori Giovanni Chiarito e Saverio Salierno. Così il 3 ottobre scorso il Tribunale di Salerno (Giudice Viviana Centola) dispone il “non doversi a procedere” nei confronti degli imputati Roberto Rispoli, Angela Lambiase e Gianluca Monari. La Guardia di Finanza che pure il giorno dell’avvio dell’inchiesta procedette a perquisizioni in azienda e case degli imputati (perfino con utilizzo di mezzi aerei) torna quindi negli uffici della Real Sud per comunicare l’esito del processo ma dando anche atto all’imprenditore del comportamento processuale e tributario.