di Brigida Vicinanza
“In queste ultime ore dal referendum c’è un’aria che non mi piace, nel senso che si sta diffondendo questa sorta di preoccupazione sul problema finanziario e bancario”. Maurizio Gasparri vice presidente del Senato voterà ovviamente no. Ieri ospite della nostra redazione. è passato in rassegna a tutte le motivazioni per cui gli italiani dovrebbero andare contro la riforma Renzi-Boschi il prossimo 4 dicembre. Un appello ben preciso a pochi giorni dalla chiamata alle urne e soprattutto nel territorio di De Luca, dove lo stesso governatore auspica ad un plebiscito, proprio come le elezioni amministrative che hanno visto vincente l’attuale primo cittadino Enzo Napoli. Se De Luca guarda ai grandi numeri, anche Gasparri in un certo senso guarda le percentuali e soprattutto quelle del centrodestra che pare non trovare molto spazio di gioco a Salerno e provincia e oltre a questo però Gasparri entra nel merito economico della questione, smentendo alcune “motivazioni” dei militanti per il “sì”: “Noi abbiamo già vissuto questa situazione nel 2011, quando ci dissero che la situazione delle banche ed economica era allarmante, perché non si sapeva quanti imbrogli e impicci avevano fatto col Monte dei Paschi, con il Partito democratico – ha sottolineato il vice presidente del Senato – non vorrei che si ricreasse questa sindrome, perché le banche falliscono per colpa della sinistra e non vorrei nemmeno che chi crea i problemi poi li denunciasse per influenza il voto degli italiani o di sopprimerlo”. Poi Maurizio Gasparri, ha continuato sul valore democratico di questo referendum e su una democrazia che potrebbe piano piano andare ad eliminare la riforma: “Il restringimento degli spazi di democrazia poi non è un bene, perché questa storia del bicameralismo perfetto non è vera, anzi si tolgono spazi di democrazia agli italiani – ha rimarcato Gasparri – il problema non è che le banche falliscono se vince il no, ma le banche rischiano di fallire se rimangono nelle mani di politici o personaggi che le hanno devastate, a partire ad esempio dal papà della Boschi. Il disastro purtroppo l’hanno causato quelli che oggi sono schierati sul fronte del sì. Se perdono si può avere solo un beneficio”. Infine commenta la questione del Cnel, e soprattutto ha cercato di informare e spiegare cosa prevede, per poter permettere agli italiani di arrivare al voto domenica più consapevoli: “Io credo che il Cnel non serva a niente, nacque per creare un punto di incontro tra i lavoratori e l’impresa – ha aggiunto – l’idea inizialmente non era malvagia, poteva essere un luogo di compensazione, di incontro ma non lo è stato. Quindi credo che debba essere abolito, poi la riforma è prendere o lasciare”. Non manca di ironizzare ovviamente sul Governatore della Campania Vincenzo De Luca e sulle sue promesse tra cui le “fritture di pesce” ad Agropoli con Franco Alfieri, come si sente nell’audio registrato durante l’incontro all’hotel Ramada: “Questa riforma toglie il diritto di voto al senato, tolgono il senato e lo fanno eleggere ai vari De Luca e quante fritture dovrà fare? Noi siamo comunque per una riforma ma non questa che cancella il diritto di voto al Senato, che non fa chiarezza nelle competenze Camera-Senato, che lascia la Conferenza Stato-Regioni”. Gasparri ha poi concluso: “I conflitti tra Camera e Senato restano tutti. Si può cancellare il Senato ma De Luca c’ha la pensione da casta, il potere da casta da presidente della Regione”.