Taglio del nastro per la Sala al piano terra della Sede del Consiglio Regionale della Campania dedicata alle vittime delle mafie e a don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dal clan dei Casalesi il 19 marzo 1994 nella sacrestia della chiesa dove si preparava a celebrare la messa. “E’ un segno che il Consiglio regionale vuole dare nella continuità: dopo l’Aula Siani, era utile che noi facessimo un riconoscimento a don Peppe Diana e alle vittime di tutte le mafie. In quest’Aula, che adesso abbiamo attrezzato, miglioreremo i nostri rapporti con i cittadini campani perché sarà a disposizione dei gruppi consiliari per le loro attività utili per far crescere il dibattito politico e dare risposte politiche alla nostra Regione”, ha detto il presidente del Consiglio Regionale, Gennaro Oliviero. Marisa, la sorella del sacerdote ucciso, ha parlato di una giornata “molto commovente”: “il fatto che il Consiglio regionale dedichi un ufficio a mio fratello, vuol dire che il sangue versato da lui e da tanti altri ha germogliato dando frutti”. “Per amore del mio popolo non tacerò osava pensare don Peppe, e anche oggi c’è questa necessità di far proprie quelle parole”, ha aggiunto il prefetto di Napoli, Michele di Bari. “Credo che don Peppe abbia avuto la profezia della parola ma soprattutto la profezia della solidarietà perché si è immolato per il suo popolo. E questo riconoscimento è un riconoscimento certamente laico. Io sono certo e fiducioso che possa seguire anche un altro riconoscimento, attraverso l’esame di tutto ciò che è necessario fare, da parte delle autorità religiose”. Don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis: “Oggi possiamo parlare di don Peppe e delle vittime al presente e questo vuol dire che sono ancora vivi. E sono così vivi da determinare in noi la necessità di scegliere ancora una volta la strada giusta e vera. E poi c’è la possibilità di far declinare alle istituzioni i nomi delle vittime, in questo caso di don Diana: dare un nome a questa sala a don Peppe, vuol dire impegnarsi per il popolo e per la comunità”. All’evento il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha ricordato la figura del sacerdote ucciso. “Quel sacrificio ha risvegliato le coscienze, ha dato coraggio e ha impegnato moralmente tutti quelli che lo avevano conosciuto, soprattutto una intera generazione”, ha detto. “Se vogliamo evitare che questa sia una cerimonia, dobbiamo ricordarci di essere popolo, che ci sono valori di legalità che vanno rispettati e che nella vita bisogna essere uomini e che arriva sempre un momento, questo dobbiamo dirlo sopratutto ai più giovani, nel quale devi scegliere se essere un uomo libero o un servo. Don Diana ci ha ricordato che si è uomini se si è uomini liberi. Costi quel che costi”. Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato anche padre Marco Rota per delega dell’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia, esponenti della politica, i vertici delle Forze dell’Ordine e della magistratura.
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