di Erika Noschese
“Pensiero Futuro – Sguardi sulle transizioni che stanno cambiando il mondo”: è il titolo dell’assemblea di Confindustria Salerno, tenutasi ieri mattina al teatro Augusteo con l’obiettivo di accendere i riflettori sulla transizione, in ambito sostenibile e green e di evidenziare il ruolo che giocano le imprese in questo processo futuro, ormai di fondamentale importanza. «Gli imprenditori guardano al futuro, le più grosse sfide che abbiamo avanti sono quella della transizione, in termini di sostenibilità e digitale. Sulla sostenibilità, le imprese dovranno fare la loro parte nel senso che l’Europa si è posta l’obiettivo di essere il primo continente a diventare ad impatto zero ma non basteranno gli investimenti pubblici, servono le imprese e le innovazioni tecnologiche; come imprese avremo la necessità e il compito di portare quelle nuove tecnologie che ci permetteranno di diventare ad impatto zero», ha dichiarato Katia Da Ros, vice presidente Confindustria con delega all’Ambiente, Sostenibilità e Cultura evidenziando la necessità di un cambio culturale e radicale per fare imprese guardando anche al valore economico prodotto con una grande trasformazione del modo di fare impresa. «Una delle cose che chiediamo come Confindustria è che gli incentivi fatti per le industrie 4.0 siano resi strutturali e che vengono posti anche per l’industria 5.0 per cui l’Europa propone un modello di impresa resiliente, sostenibile, con l’uomo al centro; subiranno una grande trasformazione ma è necessario ci sia anche la politica a sostenere la politica industria. Non possiamo più andare come sistema Paese ma come continente perché abbiamo i due grandi blocchi, Stati Uniti e Cina, che stanno facendo investimenti grossi per tenere in piedi il sistema industriale del loro Paese – ha aggiunto la vice presidente De Ros – Quest’anno è partito con un rallentamento che sicuramente sentiamo, c’è stata un po’ di accelerata ma chiuderemo l’anno con una crescita dello 0,8%. Dovremo aspettare il prossimo anno per una crescita maggiore che supera il punto percentuale e con l’inflazione che speriamo rallenti e una politica monetaria meno restrittiva». L’Industria 5.0 – humancentric e sostenibile – segna un’epoca di trasformazione radicale, in cui le attività in ambito Esg non sono più scelte velleitarie ma decisioni determinanti. E poi una lieve critica al governo nazionale: «Ci sono cose che chiediamo da molto tempo come il cuneo fiscale e anche che le imprese che tengono gli utili investiti in azienda abbiano una tassazione del 15% proprio perché crediamo che le nostre imprese devono essere capitalizzate per competere a livello mondiale; giochiamo una grossa partita sui mercati internazionali, l’export per noi è sicuramente importantissimo». Le ultime previsioni, contenute nell’Economic Outlook dell’Ocse, infatti ipotizzano che il Pil globale dovrebbe ridursi quest’anno al 2,7% dal 3,3% del 2022, prima di raggiungere un ancora modesto 2,9% nel 2024. A causare incertezze e timori, la spirale inflazionistica e i riflessi di una guerra alle porte dell’Europa che non accenna, purtroppo, a finire. Una ripresa fragile, come ha evidenziato Antonio Ferraioli, presidente di Confindustria Salerno. «Per l’Italia, e più in generale per l’Europa, è sempre l’Ocse a tracciare la strada per riagganciare lo sviluppo: la crescita sarà robusta se, e solo se, presto e bene saranno recuperati i ritardi nell’attuazione dei progetti di investimento pubblico del Pnrr che – va ricordato – con risorse pari a 209 miliardi di euro deve servirci per uscire dal contingente e tornare ad avere finalmente una visione futura di ciò che vogliamo diventare. Il rilancio di investimenti, riforme e produttività sarà però reale e possibile solo se riusciremo a ridurre le grandi disuguaglianze che lacerano il Paese dall’interno, dividendolo per generazioni, genere e territori, irrobustendo quindi le infrastrutture dell’istruzione, della sanità, delle reti di assistenza pubblica, puntando – al contempo – al raggiungimento della neutralità climatica – ha evidenziato – Ma questa strada, di certo non lineare né facile, per ora l’abbiamo solo imboccata. Quei progetti che dovrebbero imprimere un’accelerazione alle transizioni digitale e verde, integrandole tra loro per una crescita equa e sostenibile, tardano a tradursi in cantieri, mentre il tempo, inesorabile, scorre. Siamo di fronte a trasformazioni planetarie, che devono imporci un rovesciamento di prospettiva su più livelli: economico, sociale, culturale, scientifico, tecnologico, umano. Stiamo transitando, e se è vero che nella vita niente deve essere temuto ma solo compreso, è tempo di capire di più cosa sta accadendo, in modo da temere di meno». In quest’ottica le imprese hanno il compito di massimizzare le opportunità e minimazzare i rischi. «Per fortuna, i dati economici fino ad oggi sono positivi: turismo, agroalimentare vanno bene ma non dobbiamo trascurare che siamo in un momento difficile anche a causa della crescita del tasso d’interesse, dobbiamo aspettarci dati – soprattutto per quanto riguarda il manifatturiero – potrebbero non essere molto positivi. Ci auguriamo che quanto prima l’inflazione abbia un pieno rientro e di conseguenza anche i tassi di interesse possono iniziare a scendere. Nell’immediato qualche rischio c’è», ha aggiunto il presidente. Un lavoro importante che coinvolge anche gli amministratori locali, come ha ricordato il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli: «Confindustria Salerno pone alla sua attenzione un meccanismo di pensiero alto con il quale ci dobbiamo confrontare, nel rispetto delle reciproche cariche. Il mondo è in continua evoluzione che viaggia a ritmo serrata e rende difficile seguire quest’evoluzione. Noi stiamo lavorando per creare un territorio accogliente, attrattivo per le aziende, le operazioni garantendo sicurezza e infrastrutture – ha aggiunto il primo cittadino – Accessibilità e infrastrutture sono il cardine di un sistema competitivo, stiamo realizzando l’aeroporto, stiamo portando la metropolitana fino all’aeroporto, stiamo facendo un ragionamento su un centro commerciale ad est e abbiamo un porto in pieno vigore con la possibilità di fare tesoro dei dispositivi delle Zes. Mi pare che gli ingredienti ci siano tutti, serve lavoro di squadra». E proprio sul tema del Pnrr che servirà soprattutto a dare una svolta alla transizione ha puntato l’attenzione Andrea Prete, presidente Unioncamere: «un tema base del Pnrr, gran parte delle risorse sono destinate alla doppia transizione e stiamo a buon punto su alcune cose mentre su altre siamo indietro; sul digitale l’Italia è indietro di qualche punto mentre sotto l’aspetto green abbiamo vantaggi rispetto agli altri Paesi europei. C’è molto ancora da fare, tra un anno si vota in Europa e un cambiamento dei gruppi politici potrebbe portare a qualche revisione ma il tema è ineludibile, l’obiettivo rimane forse cambia la strada per raggiungerlo». Al termine dell’assemblea sono state palesate una serie di richieste all’Europa affinchè aiutino le imprese a crescere in maniera concreta.