di Adriano Rescnigno
«L’iniziativa è lodevole, ma attenti ai tanti furbastri che vivono di espedienti. In ogni caso il sindaco ha sbagliato ad annullare l’incontro, una proposta del genere andava quantomeno ascoltata». Quanto riportato è in sintesi il parere del coordinatore provinciale di Meridione Nazionale, Alfonso Senatore, sulle vicende che riguardano il reddito di cittadinanza locale proposto all’amministrazione Servalli dal gruppo “Cavesi a 5 Stelle”, proposta che è giunta a Palazzo di città tramite un incartamento di 500 pagine ma che non è stata discussa con i legittimi proprietari intellettuali visto che dopo un post Facebook il primo cittadino Enzo Servalli ha deciso di annullare l’incontro già spostato una volta in quanto è “venuto a mancare lo spirito di collaborazione”, senza però tener conto, o forse sì, che la proposta pentastellata va a beneficio di oltre 2600 cavesi che vivono del famoso pacco alimentare e che la citata proposta è stata sottoscritta in una petizione da oltre 660 cavesi, insomma, sembra essere una vera e propria presa di posizione politica visto che per raggiungere il quantum necessario al fine di istituire il nuovo intervento di sussidio i pentastellati hanno suggerito tagli di spesa per i vertici dell’amministrazione, sistema virtuoso di gestione degli immobili comunali, prelievo mensile degli utili della Metellia Servizi e assunzione solo del 40 per cento dei dipendenti che andranno a sostituire i 54 pensionandi. Mentre dai “Cavesi a 5 Stelle” trapela la notizia di una assemblea pubblica per informare la città negli ultimi giorni di novembre, sul tema interviene a gamba tesa l’avvocato Alfonso Senatore che bacchetta e contemporaneamente mette in guardia l’amministrazione: «Ha sbagliato il sindaco a comportarsi come si è comportato con gli attivisti che gli hanno sottoposto una problematica seria che come principio condivido anche e perché previsto in quasi tutti gli stati del mondo ed in tante città europee ed i dati allarmanti della povertà metelliana richiedono un intervento serio. L’unica cosa che mi preoccupa è l’esecuzione di questo principio che in astratto è condivisibile, ma conoscendo bene i vizi italiani dei tanti furbastri che vivono di espedienti sono certo potrebbero far fallire una iniziativa lodevole». Proposta di intervento che è opportuno ricordare va ad aggiungersi a tutti i mezzi di sussidio messi a disposizione dal Comune e di cui ne andrà a beneficiare solo la fascia sociale a rischio povertà Isee alla mano, un intervento che varia da situazione a situazione e che si aggirerebbe intorno i 300 euro a famiglia disagiata.