Il Sindaco è una alluvione di ottimismo ma sembra essere la parodia di Petrolini - Le Cronache
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Il Sindaco è una alluvione di ottimismo ma sembra essere la parodia di Petrolini

Il Sindaco è una alluvione di ottimismo ma sembra essere la parodia di Petrolini

di Michelangelo Russo
L’anno che verrà sarà prodigo di fortuna, benessere e felicità per il popolo salernitano.
Non è un augurio, ma è la certezza espressa dal Sindaco Napoli nel suo annuncio di fine d’anno, affacciato idealmente da un balcone del Crescent sul palcoscenico del concertone dei Pooh. Da quel balcone è arrivata l’ennesima epifania di progetti grandiosi a un passo dalla realizzazione: ripascimento arenili da piazza Concordia e Santa Teresa, Porta Ovest, l’Aeroporto. Salerno ormai meta TOP del turismo nazionale, macché, internazionale. Il Sindaco è una alluvione di ottimismo e di beatitudine che si sforza, con indubbia buonafede, di essere contagioso per le folle della notte di San Silvestro. Ma che purtroppo sembra essere la parodia di Ettore Petrolini nella celeberrima scena di Nerone (e cioè Mussolini) che arringa dal suo balcone il popolo romano. “Farò Roma più bella e più grande di pria!” dice enfatico Petrolini-Nerone. E dal pubblico una voce anonima gli grida “Bravo!”; Nerone-Petrolini ne è compiaciuto, e grida a sua volta all’anonimo popolano “Grazie!”; e quello gli risponde “Prego!”. Nerone in sollucchero, riprende “Farò Roma più bella e più grande…!” e la voce lo interrompe, prima che finisca la frase, con un sonoro “Bravo!”; la pantomima continua fino a quando Nerone non riesce neppure ad aprire bocca per la sua sparata che l’anonimo urla dal basso “Bravo!”. Fine della scena, perché Nerone capisce finalmente che qualcuno lo sta prendendo, dal basso, per i fondelli. Ora, il Sindaco, che è un brav’uomo, non è certo Petrolini-Nerone. Ma negli annunci enfatici dovrebbe forse essere più prudente. Perché la realtà, a dispetto delle buone intenzioni, può strappare qualche applauso beffardo. Come quello che potrebbe salutare l’inaugurazione, qualche giorno fa, della pseudo-piazzetta retrostante il palazzetto della Fondazione Menna, attigua al Crescent. Per inneggiare all’opera titanica, che sono cinquanta metri quadrati di un cortiletto piastrellato a nuovo, con l’installazione di due lampioncini (ma veramente due) e due (ma veramente due) alberelli striminziti, si sono presentati alla gloria dell’evento non solo il Sindaco, ma anche l’Assessore ai Lavori Pubblici e un parlamentare di rilievo nazionale come Piero De Luca. Come non gridargli “Bravo!”, secondo quanto detto prima? Perché purtroppo questa è la realtà dei successi tangibili veramente. Il resto è Salerno “più grande e più bella di pria”. Città sfasciata e decadente nel suo aspetto architettonico. Progetti destinati all’incompiutezza. Porta Ovest senza una possibilità di raccordo all’Autostrada, a meno di colossali sbancamenti di sfregio al panorama storico del Castello di Arechi. Un ripascimento annunciato da due anni che stranamente non parte (ma non c’era un processo sulle problematiche delle sabbie usate sinora e quelle da usare adesso?). Il debito da 100 milioni di euro da contrarre per ammodernare lo stadio (ma è veramente urgente una spesa colossale di tal genere per lo Stadio, o ci sono in ballo progetti di riqualificazione dell’area per finalità edilizie speculative sulla zona?”. La centrale fotovoltaica di Monte di Eboli, che invece di essere produttiva per le casse comunali, è diventata una spesa, mentre nessuno si preoccupa degli inadempimenti contrattuali della società di gestione, che ha ricavato profitti enormi. L’appaluso, stavolta meritato, andrebbe al Sindaco se spiegasse nel dettaglio ai salernitani i misteri di questi incagli dell’operato amministrativo. Nel frattempo, l’anno che verrà dovrà dare una qualche risposta al dramma dell’Ospedale, in primis a quello del Pronto Soccorso. Una risposta dovrà darla innanzitutto la Magistratura, che ha aperto un’inchiesta sul dramma delle condizioni del Pronto Soccorso. Questo giornale sta conducendo una battaglia sul punto che non sarà abbandonata fino a quando non arriveranno risposte. Ma su tutto giganteggia la questione della contabilità delle finanze della Regione Campania. Il nostro editorialista Alfonso Malangone, che nei suoi articoli ha la costanza implacabile del tarlo che spacca la noce, ha scoperto da dove ha origine la voragine debitoria costante della Sanità campana. I bravi magistrati della Corte dei Conti hanno deplorato, pur con il loro linguaggio criptico, l’assurdità della distrazione annuale e permanente di circa duecento milioni di euro dal fondo delle spese sanitarie previste, per portare questa cifra immensa a sanare necessità impellenti della spesa corrente. Ma questo non è possibile, perché la distrazione delle risorse dalla Sanità è assimilabile solo occasionalmente per eventi eccezionali e limitati nel tempo. E invece questi soldi vengono recuperati, a spezzoni, negli anni successivi e in misura incompleta. A questo punto, come prendersela con le inefficienze del Pronto Soccorso di Salerno? L’anno che verrà dovrà dare anche queste risposte. Perché tutto va bene fino a quando nessuno ha il coraggio di dire in pubblico che il Re è nudo. Ma poi arriva sempre il ragazzino impertinente che urla, nello sconcerto della rottura del silenzio complice di tutti, che il Re è in mutande. O, se preferite, qualcuno che dal basso urla a Nerone-Petrolini “Bravo!”, e quello, che abbocca all’amo, risponde compiaciuto “Grazie!” ricevendo di rimando quel beffardo “Prego!” che annuncia la fine della pubblica smargiassata di “Roma più grande e più bella di pria”.

1 Commento

    Sarà anche una pseudo piazzetta quella realizzata ai lati della ex Casa del Combattente e del Teatro Pasolini. Sempre meglio del rudere fatiscente che per decenni ha deturpato l’area, anche dopo che ne era stata completata la riqualificazione. E senza che si levassero voci persistenti ed autorevoli per sollecitare l’abbattimento di quello sconcio.
    Quando si ripuliranno le facciate della ex Casa del Combattente? Occorreranno tempi ancora lunghissimi?

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