di Pina Ferro
Scarichi abusivi industriali, illecita attività di gestione di rifiuti, emissioni in atmosfera senza autorizzazione: sono le accuse raccolte nel sequestro di 4 aziende (una Torre Annunziata, una a Pagani, una a Striano e una a Solofra) che avrebbero contribuito all’inquinamento del fiume Sarno. L’esecuzione è stata firmata dai carabinieri del gruppo Tutela Ambientale di Napoli su provvedimenti emessi dai gip del Tribunale di Avellino, di Nocera Inferiore e Torre Annunziata su richiesta delle rispettive Procure. Si tratta di aziende operanti nel settore della metallurgica e nel settore conciaro. Nei guai anche 4 rappresentanti delle società. Si tratta della Eurogalvanica di Torre Annunziata e la Tgs di Striano, entrambe operanti nel settore della zincatura dei metalli; la Commerciale Export di Pagani, attiva nel settore della produzione e commercializzazione di conserve alimentari e la Lase Fashion di Solofra, operante nel settore della lavorazione e concia del pellame. Le indagini effettuate dai carabinieri del Noe di Salerno e Napoli, che si sono avvalsi anche della collaborazione dell’Arpac hanno accertato che la Eurogalvanica di Torre Annunziata, i cui reflui del processo di lavorazione industriale, nonché i rifiuti liquidi utilizzati nella lavorazione, venivano convogliati direttamente nel canale Bottaro e di qui nel fiume Sarno, erano altamente contaminati (valori circa 200 volte superiori ai limiti di legge) da metalli pesanti, sostanze bio-accumulabili, altamente tossiche per gli organismi viventi. Il tutto con l’aggravante di aver commesso l’attività illecita nonostante il sequestro in atto di una parte dell’impianto. Alla Tgs di Striano, si contesta che i reflui del processo di lavorazione industriale e quelli di dilavamento dei piazzali confluivano direttamente nel Rio Foce e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e che la ditta non era in possesso delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera. Per la Commerciale Export di Pagani, il pubblico ministero Roberto Lenza contesta che i reflui del processo di lavorazione industriale confluivano nella fognatura pubblica e, di qui, nel corso d’acqua prospiciente e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e che la ditta non era in possesso dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera e infine alla Laser Fashion di Solofra, che l’attività produttiva era esercitata con titolo autorizzativo allo scarico e alle emissioni in atmosfera scaduti da almeno 3 anni e pertanto inefficace. Il sequestro preventivo si è reso necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente