L’assistenza sanitaria ai pazienti del Ruggi è davvero appesa ad un filo. Se a breve non dovessero arrivare i rinforzi presso l’azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona il rischio che non si possa più assicurare l’assistenza ai pazienti è veramente dietro l’angolo. Lo dicono senza mezzi termini le organizzazioni sindacali . Ed è lo stesso direttore generale del Ruggi Vincenzo Viggiani ad essere consapevole che continuare ad andare avanti in questo modo, con carenze così importanti in pianta organica sarebbe un’impresa ardua se non impossibile. Sindacati che si sono incontrati ieri mattina nella palazzina dell’azienda universitaria ospedaliera salernitana, dove hanno tenuto un presidio di protesta. Un punto su tutti: la mancanza di operatori socio- sanitari. A conti fatti ne mancano circa 300 tra il Ruggi e i 4 plessi ospedalieri annessi. Una figura, quella dell’operatore socio- sanitario, alla base della piramide dell’organizzazione dell’assistenza sanitaria la cui mancanza fa vacillare tutto il sistema. Ne arriveranno Forse, ne arriveranno 55 il prossimo luglio ha assicurato il manager Viggiani che ha ricevuto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Non c’è un reparto che non abbia qualche problema. Un esempio eclatante è quello degli anestesisti. Ce ne vorrebbero 56 in pianta organica, ma ce ne sono soltanto 20. Ne arriveranno a luglio forse 4. «Noi ogni mese facciamo una specie di diario della morte annunciata del Ruggi – ha dichiarato Margaret Cittadino della Cgil -, adesso siamo nelle condizioni per le quali non riusciamo a garantire il minimo di assistenza al pronto soccorso e all’osservazione breve. Il personale non ce la fa nemmeno a fare lo straordinario. Si riescono a fare i turni al pronto soccorso con due operatori socio sanitari a fronte di un organico concordato con 6 operatori. Questo significa condannare i pazienti ad attese lunghissime. C’è poi una carenza di personale medico ed infermieristico in particolare nel reparto di pediatria. la medicina per esempio su 60 posti letto ha un organico di 4 medici. E quando cominceranno le ferie ci troveremo con un ospedale che non sarà in grado di assicurare l’emergenza». «La situazione all’ospedale Giovanni da Procida è drammatica – dice Domenico Spampanato della Cgil – I reparti accorparti, cioè pneumologia e medicina, dovranno ridurre i posti letto. Per non parlare dei servizi di laboratorio e di radiologia che funzionano solo fino alle prime ore del pomeriggio. L’ospedale di via Salvatore Calenda potrebbe dare un valido contributo nella gestione dei pazienti già stabilizzati e per i pazienti bisognosi di riabilitazione sub intensiva e invece, andando avanti così, rischia la completa chiusura». Stessa situazione all’ospedale Fucito di Mercato san Severino. «Abbiamo pochi ausiliari, infermieri, medici, in tutti i reparti ci sono grosse difficoltà come ad esempio in medicina , dice Antonio Vicidomini della Cgil. Si rischia da un momento all’altro la chiusura di tutto il percorso nascita a causa della carenza di infermieri , ostetriche e operatori socio- sanitari». «A distanza di 4 anni in chiriurgia generale al Ruggi, la situazione è precipitata – sottolinea Vito Storniello, responsabile dell’Usb. Ci sono carenze dal punto di vista igienico sanitarie perchè non abbiamo piu’ l’operatore socio- sanitario e ci sono carenze anche a livello infermieristico. Bisogna quindi agire subito ed assusmere provvedimenti immediati a tutela della salute dei cittadini della provincia di Salerno». Alessia Bielli
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