Il ricordo di Peppe Beluto - Le Cronache Salerno
Salerno

Il ricordo di Peppe Beluto

Il ricordo di Peppe Beluto

di Andrea De Simone

Peppe Beluto è stato un militante serio, generoso, appassionato. Un uomo di partito. Quelli che si sono formati nelle sezioni di quartiere, nei consigli di fabbrica, nelle lotte operaie, nelle scuole di partito. Negli anni 70/90 è stato segretario di sezione a Torrione, responsabile operaio del comitato cittadino di cui io ero il segretario ed infine eletto al Comune dove ha ricoperto l’incarico di Assessore. Abbiamo condiviso una straordinaria stagione politica di lotte e di speranze. Con lui i volantinaggi all’alba davanti alle fabbriche della zona industriale; prima che facesse ingresso nella sua Sassonia erano d’obbligo le soste alla Marzotto, alla Landis, alla Brollo, alla Pennitalia, alla Snia Viscosa, alla Ideal Standard. Con lui gli impegni pomeridiani per programmare il piano di lavoro in vista di appuntamenti importanti come la vertenza Salerno, condivisa con i lavoratori edili, con gli studenti, con le famiglie senzatetto dell’ enpas e dell’enalc. Con lui le assemblee serali nelle sezioni. Con lui l’organizzazione delle feste dell’Unità e dei comizi elettorali. Con lui i viaggi in provincia per accompagnare i dirigenti nazionali del partito. Con lui intere nottate in macchina davanti ai Tribunali per presentare per primi la lista e garantire che il nostro simbolo comparisse in alto a sinistra sulle schede. Con lui l’esperienza delle Frattocchie e le riunioni a Botteghe Oscure. Con lui la prima esperienza delle giunte di sinistra al Comune guidata da Enzo Giordano ed alla Provincia da me: il nostro abbraccio dopo la mia elezione a Presidente durò più di un minuto. Chi è cresciuto nel mondo dei partiti personali, delle liste bloccate e dei pacchetti di tessere, quello di Peppe Beluto appare un mondo distante mille miglia, una roba del secolo passato, una pagina di storia definitivamente chiusa. Mi domando perché la politica di oggi non possa recuperare l’idea della buona politica, quella vera, quella della passione ideale, quella che si occupa del bene comune delle persone, quella della partecipazione e del confronto tra persone. Tra persone che si incontrano, si guardano in faccia e non si limitano a scambiarsi frasi sui social. Ieri ho abbracciato la carissima Rosa, mia amica e compagna di vita di Peppe. Non abbiamo mai smesso di volerci bene, mi ha sussurrato. Una frase che volevo ascoltare. Chi ha fatto parte di quella grande famiglia non smette di volersi bene, mai. Le nostre strade si possono separare e dividere in mille rivoli, ma il senso di appartenenza no . Sono vicino a Rosa, ai figli Andrea e Claudia, ai fratelli di Peppe, Gina, Giovanni e Franco e ricordo con grande affetto la sua carissima mamma, Salvatrice, deceduta poche ore prima. Ti ho voluto e ti voglio bene, Peppe e penso anche a te quando mi accingo a concludere le ultime pagine del mio ultimo lavoro.