Il rapimento di Enza Basso Memoli: indagini inadeguate - Le Cronache
Cronaca

Il rapimento di Enza Basso Memoli: indagini inadeguate

Il rapimento di Enza Basso Memoli: indagini inadeguate

15 anni. Un’eternità. E un dolore che non ha mai lasciato il mio amico Salvatore Memoli e la sua famiglia. Un dolore che si perpetua minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno: il 12 luglio è una data purtroppo da ricordare ad una città distratta e che non sa più riconoscere certi valori, capire certe tragedie anche perché nessuno fa niente. Le Istituzioni, come si dice in questi casi, hanno sempre latitato e continuano a farlo. Ma per la famiglia Memoli il 12 luglio è ogni giorno, dove in 15 anni la speranza di veder ricomparire l’adorata madre ha lasciato lo spazio alla più disumana tortura. Non sapere nulla del destino della signora Enza Basso Memoli, di una signora garbata e disponibile con tutti, piena di affetti per la propria famiglia e per gli amici, è un film dell’orrore senza il lieto fine, un incubo che ha sconquassato due famiglie. Su una cosa ha ragione il mio amico Memoli, non si tratta di una scomparsa, davvero riduttivo definire così l’intera vicenda che Salvatore lega a quella dell’indiano Sonu che quella mattina, stranamente, non si era presentato puntuale al lavoro. E’ l’oggetto dell’ultima telefonata tra madre e figlio, dove ovviamente si parlò anche di altro. Poi il mistero per una violenza fisica e morale dove le indagini non hanno prodotto alcun risultato. A me la sola pista indiana è apparsa sempre un po’ riduttiva: nel senso che l’obiettivo era sicuramente Sonu: ora la signora Enza poteva riconoscere gli uomini del commando, per cui è stata trascinata via? Due o tre indiani o quanti ne erano quella mattina mai visti prima potevano temere di essere individuati da una persona anziana, che non avrebbe mai potuto opporre resistenza e rapirla rischiando di essere scoperti più facilmente? La mia idea è che quella mattina vi fosse qualche italiano, magari di quelle zone, che ha aiutato la banda e che per non essere individuato ha pensato bene di far portare via l’anziana donna. Per forza qualcuno della zona deve aver aiutato i banditi a caccia di Sonu anche nella fuga e a nascondersi. Nel millennio della tecnologia, dove i dati si incrociano quotidianamente, è possibile che non vi sia stata una minima strada investigativa da seguire?

Qui i conti non sono mai tornati. Anche da un punto investigativo. Resta infine il gravissimo silenzio del Comune che non ha mai ricordato una vittima della violenza, mai ricordato una persona perbene, strappata alla vita e agli affetti di familiari e amici. Non lo ha fatto nemmeno oggi, la ricorrenza giusta per rimediare all’assordante silenzio di questi 15 anni. t.d’a.