di Marta Naddei
La Centrale del Latte di Salerno non è ancora al sicuro e questo i dipendenti lo sanno fin troppo bene. La rinuncia all’acquisto da parte delle tre holding del settore (Parmalat, Granarolo e Yma) di certo non ha fatto calare l’attenzione sulla vicenda. Anzi. Per questo i lavoratori della municipalizzata del Comune di Salerno intendono correre nuovamente ai ripari per evitare brutte sorprese dell’ultima ora. E’ quasi pronto, infatti, un nuovo ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo di Salerno (ce n’è già un altro pendente che è ancora ancora in attesa di fissazione di udienza), da parte dei 41 dipendenti che qualche mese fa presentarono il primo ricorso contro la procedura di vendita indetta dal Comune di Salerno. A curare il nuovo ricorso, come accaduto per quello precedente, saranno gli avvocati Licia Claps ed Oreste Agosto. L’impugnativa, che sarà depositata a breve presso gli uffici della sezione salernitana del Tribunale amministrativo regionale, avrà ad oggetto la seconda fase della procedura di cessione della totalità delle quote della partecipata del Comune di Salerno, in merito alla quale sono state sollevate ulteriori illegittimità. In sostanza, per quanto concerne, appunto, il secondo step della gara per l’acquisto con la sottoscrizione di un contratto “due diligence” da parte delle aziende interessate che dovranno poi presentare piano industriale ed offerta economica, accettando di conseguenza quelli che sono i dettami e i vincoli posti dall’Amministrazione comunale. Illegittimità che, secondo i legali Agosto e Claps, risiedono nel fatto che «le regole vanno fissate prima dello svolgimento e non in corso di gara. Allo stato il Comune non ha rilasciato ancora tutti gli atti del procedimento ai dipendenti, i quali hanno diritto di difendersi in giudizio». Ma alla base delle nuove azioni giudiziarie ci sarebbe anche il Pua della Centrale del Latte che prevede la costruzione di nuovi volumi ed un conseguente aumento del prezzo. Tutto ciò, ovviamente, nel bando di gara non era previsto e, dunque, il prezzo posto a base d’asta (12 milioni e 700 mila euro) risulta mancante dei tre milioni di euro in cui è stato valutato l’intervento. «Il tutto a danno della collettività» – spiegano i legali dei dipendenti della Centrale del Latte. Come se non bastasse, anche il caso di incompatibilità del primo cittadino Vincenzo De Luca, che ha partecipato alla seduta consiliare nel corso della quale è stata deliberata la vendita della municipalizzata rischierebbe di inficiare l’intero procedimento in corso. Insomma, quel che è certo è che i lavoratori della Centrale, assistiti dai loro avvocati, non si sono certamente adagiati sugli allori dopo la rinuncia di Granarolo, Parmalat e Yma che avrebbe potuto far pensare ad uno scampato pericolo di cessione ai privati. In lizza ci sono ancora la Newlat di Mastrolia e la coop Latte Sele di Morretta: i giochi, dunque, sono ancora aperti e i dipendenti intendono tenere gli occhi bene aperti anche perché l’operazione Pua della Centrale del Latte è stata fin dal principio “sospetta” agli occhi di molti. E’ lì, probabilmente, che si cela il vero affare della vendita della storica partecipata del Comune di Salerno.