Il pop-rock dei The Smash - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Il pop-rock dei The Smash

Il pop-rock dei The Smash

 

Il quintetto salernitano, inaugurerà le esibizioni musicali di Casa Sanremo, il 10 febbraio

 

Di OLGA CHIEFFI

Entusiamo, adrenalina, emozione per il primo importante appuntamento del gruppo made in Salerno The Smash, una live band che schiera alla spalle della vocalist Antonella Marchione, voce particolare e magnetica, fatta di miele e di fumo, Federico Voccia un percussionista diplomando del nostro conservatorio alla batteria, due figli d’arte Mario Parente alle tastiere e Yunes Cracas alla chitarra e Davide Caravano al basso, aperto anche ad esperienze teatrali al fianco del compositore Roberto Marino e che il 10 febbraio salirà sul palco di Casa Sanremo, nel dopo-festival, per lanciare il proprio personale Urklang, fatto di sonorità e tecnicismi pop-rock degli anno ’70-’80. “Colpire, infrangere, lasciare il segno”, sono solo alcune delle letterali traduzioni del  termine anglosassone  “The Smash” nome  scelto da questa giovanissima formazione. Gusto, raffinatezza, puntuale esecuzione,  ricerca  dei suoni originali, sono stati i criteri ispiratori di un percorso che ha visto alternare varie formazioni della Band, fino all’attuale compagine. Il nuovo  progetto  “ Musica… ” dei The Smash, vede impegnata la band a completamento di un percorso dedicato alla nobile arte, nella composizione e realizzazione di brani inediti che saranno introdotti definitivamente, all’ interno  delle esecuzioni live, con il fine di dare spazio ad una propria “identità”  ad  un proprio “sound”,  figlio naturale di contaminazioni  provenienti dagli anni d’oro della musica Pop-Rock internazionale.

Come vi siete avvicinati a questo genere particolare di musica?

Ci ha colpito questo particolare ventennio, poiché è una vera sfida, in particolare tecnica. Attualmente il sound che più ci rappresenta è quello dei Toto, traguardo che giunge alla fine di un percorso iniziato con Eric Clapton, e passa attraverso Patti Smith, i Police, i Queen, Bon Jovi, Van Halen.

Come siete giunti a questa prestigiosa partecipazione? Attraverso contest, talent show?

In passato ci siamo cimentati in diversi contest, anche con successo, ma a Casa Sanremo andremo grazie ad un provino che ha effettuato il M° Vince Tempera, il quale è rimasto sorpreso proprio dal nostro repertorio particolare e dignitosamente eseguito.

Quale messaggio volete lanciare dal palcoscenico sanremese?

Desidereremmo rivelare la nostra personalità, il nostro carattere schizzato a contrasti forti, fatto di sonorità rock. Eterogenea la scaletta, composta da diverse cover ma aperta e chiusa da due inediti firmati dal chitarrista Yunes Cracas: il primo “Profili diversi”, nato da un dialogo sull’appiattimento delle opinione, sulla lobotomizzazione mediatica, che ha reso la società attuale una moltitudine grigia e non schierata, mentre l’altro dal titolo “Musica…” offre anche il nome al nostro progetto, l’idea di una registrazione che possa esprimere la nostra idea di musica, che è attualmente parte centrale e assoluta della nostra vita e suo specchio, fatta di emozioni, amicizia, sofferenza, ricerca, soddisfazione.

Cosa vi aspettate dal mondo della musica nazionale?

In primo luogo di essere ascoltati. Ascoltati, però, con cognizione di causa, criticamente, consapevolmente, con la speranza che il pubblico possa ritrovarsi nei nostri testi e nella nostra musica.

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