
Il nome da nubile non dice granché: Annamaria Scarinzi. Tutti infatti la conoscono come lady De Mita, moglie dell’ex premier (e segretario) della Dc scomparso giusto di questi tempi tre anni fa. La procura di Avellino ha chiesto la condanna a due anni e sei mesi per lei e per le figlie, Simona e Floriana, al termine di un processo che vede coinvolti anche altri esponenti del mondo associativo irpino. Le accuse sono truffa aggravata per Scarinzi e Simona De Mita, malversazione ai danni dello Stato per Floriana. Un’inchiesta che si trascina dal 2017 e che il 27 maggio potrebbe arrivare alla sentenza.
Il caso ruota intorno a un finanziamento da 200mila euro erogato dalla Regione Campania alla onlus “Noi con Loro”, legata all’Aias (Associazione italiana assistenza spastici), per la realizzazione di una biblioteca. Secondo la Procura, supportata dalle indagini della Guardia di Finanza, quei fondi pubblici sarebbero stati però incassati senza che il progetto venisse mai realmente avviato. Una truffa ben architettata, sostengono gli inquirenti, in cui la biblioteca sarebbe stata poco più di un pretesto per ottenere le erogazioni, successivamente dirottate su conti e operazioni che nulla avevano a che vedere con le finalità dichiarate. Tra queste, si legge nelle informative allegate agli atti, spiccano 27 bonifici da 15.700 euro indirizzati alla Cma Group S.r.l., ulteriori cinque trasferimenti da 144.332 euro sempre alla stessa società e ben 13 bonifici per un totale di 342.547 euro alla Hs Soluzione S.r.l., tutti provenienti dai conti dell’Aias Avellino Onlus, riconducibile alla famiglia De Mita.