Al termine di una lunga camera di consiglio il collegio giudicante della prima sezione penale (presidente Passaro) ha condannato a due anni e 6 mesi Carmelo De Simone, accusato di violenza sessuale nei confronti di minorenni, atti sessuali con minorenni e atti osceni in luogo pubblico.
Una pena inferiore rispetto ai cinque anni e quattro mesi chiesti dal pubblico ministero Guglielmotti nei confronti di Carmelo De Simone, dipendente della Provincia accusato di abusi sessuali La tesi difensiva dell’avvocato difensore, Michele Sarno, è stata parzialmente accolta ed il collegio giudicante ha deciso per una pena inferiore rispetto alla prospettazione dell’accusa. L’uomo incontrava le presunte vittime nella villa Carrara di Pastena e sul Lungomare. Fino al blitz di gennaio 2011, quando i carabinieri, dopo tre mesi di indagini, arrestarono il dipendente della Provincia. Secondo l’accusa il 45enne costringeva cinque ragazzini salernitani, di età compresa tra i dodici ed i quindici anni, a subire atti sessuali sotto la minaccia di percosse. Nei suoi confronti sono stati ipotizzati i reati di violenza sessuale nei confronti di minorenni, atti sessuali con minorenni e atti osceni in luogo pubblico,. Gli abusi sessuali che si sarebbero consumati, tra la fine del 2010 e gli inizi del 2011. Una delle adoloscenti, che all’epoca dei fatti aveva tredici anni, ha confermato le accuse al 45enne, in aula raccntò di essere stata avvicinata a Villa Carrara, di avere subìto le violenze dell’uomo e di essere poi scappato prima che potesse continuare. Spiegò che il suo non era un caso isolato, e che delle “stranezze” di quell’uomo si parlava in gruppo ristretto di coetanei, prima con scherno e poi, quando la cosa si è fatta più seria, con fastidio e timore. Ieri l’ultimo atto di una vicenda che destò scalpore e provocò la rabbia di tanti genitori. Villa Carrara era diventata un incubo per tanti giovani adolescenti che temevano di incrociare quell’uomo che avanzava “strane” pretese con fare minaccioso e violento. Due anni e mezzo la pena stabilita dai giudici del Tribunale di Salerno ma il legale difensore del dipendente della Provincia è pronto a dar battaglia in Appello per provare a dimostrare l’estraneità del suo assistito rispetto ai gravissimi fatti contestati.